Rassegna storica del Risorgimento
PINTO MICHELANGELO ; REPUBBLICA ROMANA (1849) ; RILLIET-CONSTAN
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Elena Vecchi-Pinto
non vogliamo il rimorso o il dolore di non aver tolto fatto e tentato per una con-'ilia/.ionc larga e leale. Lodo il vostro pensiero di fare una nota in proposilo al governo e vi esorto ad attuare tale pensiero. Le parole sfuggono, son vaporose; uno scritto resta ed è quindi documento alla storia, testimonianza ai posteri.
Stasera avrò un secondo abboccamento con Valerio in seguito di che egli scriverà costi: egli si è comportato lealmente e cavallerescamente e son certo appoggerà le cose nostre. Aspetto ulteriori vostri ragguagli. Vi valga intanto che l'unificazione di Toscana con Roma è cosa quasi infallibile.
Salute e fratellanza
Il Ministro Carlo Rusconi
PS. Conto che abbiate ricevuto gli 11.000 franchi che vi trasmisi.
XV. Torino, 26 marzo 1849 (Riservata)
Cittadino Ministro!
Le voci dei gravi disastri dell'armata sarda, dell'invasione dell'esercito austriaco in varie provinole del Piemonte, dell'abdicazione del Re Carlo Alberto in favore del Duca di Savoia, vi saranno senza dubbio già da più. parti pervenute. Sui dettagli e sulle conseguenze di cosi deplorabili annunzi furono tante e tanto contradditorie, le voci che circolarono ieri da non poter formare un giusto criterio. La città era nella massima costernazione: i Ministri di Francia e d'Inghilterra volevano assumere l'incarico di trattare i preliminari di una convenzione. Appena si spargeva notizia che un corpo d'Austriaci era a Chivasso, poche miglia lungi da Torino, si temeva dai più che il nemico da un istante all'altro penetrasse nella Capitale. L'inviato della Repubblica cittadino Alceo Feliciani si recò al Ministero nella mattinata di ieri ed avutone parole di sconforto determinò ad abbandonare immediatamente Torino. Credo che su domanda gli rilasciasse il Ministero un passaporto ove non fosse specificata la qualifica che lo rivestiva. Egli mi disse che opinava dirig-gersi per Genova a Roma; qualora la comunicazione con Alessandria fosse interrotta contava di recarvisi passando per là Francia di cui nei caso si sarebbe affrettato a guadagnare il confine. A me ha lasciato l'incarico di ritirare dispacci ed altre corrispondenze per ritenerle a sua disposizione.
Le notizie di questa mattina sono men tristi : la speranza rinasce negli animi abbattuti; la città torna a mostrarsi meno agitata e commossa. È ben vero che i Piemontesi battuti dagli Austriaci dovettero abbandonare Novara con molte perdite. Ivi mori il Gen. Passalacqua e furono feriti i Generali Perrone, Durando e Beasi. Falso peraltro che gli austriaci occupassero Chivasso, non confermata la voce dell'abdicazione del Re. Là convenzione proposta ma non accettata perchè a patti obbrobriosi. Le truppe in ritirata, ma non rotte e disperse. Il corriere di Novara giunto onesta mane ha recato notizia che i Piemontesi riordinati assalirono di nuovo- il nemico. Tornarono ad impossessarsi di Novara cacciatine gli Austriaci che vi lasciarono monti di cadaveri. Vercelli, Trino e Chivasso disse sgombri dal nemico. SS attende conferma ufficiale di questa fausta novella che sembra per '.litro sufficientemente fondala. Io me ne rimango a Torino per assistere agli avvenimenti che si succederanno. L'estrema importanza di questi pel Governo della Repubblica fa sì che lo mi ritenga in dovere di rcndervenc esattamente informata. Per quanto l'agitazione e il commovimento universale potranno