Rassegna storica del Risorgimento

STATO PONTIFICIO
anno <1934>   pagina <196>
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196 Libri e periodici
Nel ano ultimo capitolo lo storico inglese parla dei biografi di Mettermeli e confessa che questi è uscito piuttosto male dal giudizio degli storici e dei pubblicisti che Io hanno studiato in modo particolare. E qui egli passa in ras­segna l'austriaco Cormayr che nel 1848 vide il Metternich cerne il più puro degli assolutisti; lo Schmidt più benevolo riconosceva in Mettermeli non il nega* lo re dogmatico di tutte le novità ma lo strenuo difensore degli interessi del­l'Austria: il Beer vedeva in Mettermeli un uomo contradditorio e senza principi fondamentali; e poco benevoli per lui sono anche i giudizi di Carlo Hillebrand, di Enrico Treilschke e di altri storiografi tedeschi.
Per confessione dell'Herman la posizione presa dagli storici inglesi non fu mai molto favorevole ma neanche molto ostile.
Quanto agli storici, francesi Thiers scrisse che Mettermeli aveva posto le basi della grandezza dell'Austria combinando hi coalizione del 1813.
Sorel giudicò che ciò che Mettermeli chiamava i diritti eterni non era che l'interesse dello Stato autoritario e così pure crede De Mazade: da lui sino ad oggi non. vi è un notevole cambiamento nel giudizio degli storici francesi.
Parlando poi degli storici italiani l'Herman esce in questa specie di invet­tiva: essi sembrano aver perduta tutta la capacità oggettiva, quando Mettermeli è in discussione .
Accecati da un patriottismo fantastico e superbo essi videro in lui soltanto il dispotico nemico del nazionalismo italiano . Giunto a questo punto il traduttore italiano ha creduto bene di mettere in nota la seguente .osservazione'-;' a Lasciando responsabile l'autore di questa opinione dobbiamo chiedergli: perchè non cita neanche uno dei nostri storici . E noi aggiungiamo che l'Herman non dà veramente nessuna prova del giudizio così severo e offensivo per gli storici italiani, che egli condanna irremissibilmente in blocco, bollandoli di fantasiosi e senza nemmeno degnarsi di confutarli.
Per accontentare il signor Herman gli storici italiani non possono certo dimenticare di che lagrime grondi e di che sangue l'opera di Mettermeli in Italia. Dovrebbero forse anche' mostrarsi più benevoli che gli storici tedeschi, in­glesi e francesi?
Nella conclusione l'Herman tenta una specie di apoteosi di Metternich - - egli vede in lui il pacificatore e quasi il tecnico di una pace universale sopra nazionale . In questo consiste il più grande titolo alla sua fama, ed in questa funzione il suo nome potrà un giorno risorgere ad essere messo accanto a quelli che hanno ben meritato dell'umanità . E più avanti il nostro scrittore dice: a Se una federazione mondiale sussisterà un giorno tra le possibilità umane sarà molto probabilmente basata su idee cosmopolitiche piuttosto che sull'inter­nazionalismo* e dovrà seguire con facilità sicura e pratica la tecnica politica <H Mettermeli. H suo nome in. .quel giorno sarà profondamente onorato. Egli avrà stabilito il diritto ad essere ricordato in perfetta gratitudine .
Con buona pace del signor Herman non crediamo che gli Italiani possano sottoscrivere a queste conclusioni, ricordare cioè con perfetta gratitudine la figura di Mettermeli né vedere in Ini il puro cavaliere dell'ideale umanitarie. In fine per il biografo di Metternich l'Italia, per lasciare dormire ;i sonni tranquilli all'Europa avrebbe dovuto rassegnarsi in eternò a vivere divisa e schiava dell'Austria. A noi sembra che se anche in un lontano avvenire dovesse cosilitiuirsi uno federazione europèa questa; dovrebbe 'essere sempre basata sul rispetto delle diverse nazionalità, e degli interessi sacrosanti dei popoli, rispetto che il devoto servitore del rapace imperialismo austriaco non ho mai conosciuto.
ViTToaio ADAMI