Rassegna storica del Risorgimento
STATO PONTIFICIO
anno
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1934
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pagina
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199
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Vibri e periodici 199
detta difesa. E la parte migliore più interessante, più nuova del lavoro del Monti è quella, appunto, che tratta detta organizzazione della difesa di Venezia da parte del vecchio generale. Belle pagine egli poi dedica alla vittoria di Mestre, atta caduta di Marghera e alle ultime eroiche resistenze della Repubblica, dimostrando a pieno che il Pepe ebbe il merito principale nella difesa, merito: :ehé il Marchese volle attribuito al Cavedalis e l'Orsi al solo popolo di Venezia. Il Monti mette in luce poi dei meriti del Pepe sinora sconosciuti: nel marzo 2849, per esempio, egli impedì alcune audaci operazioni militari nel Veneto e rifiutò di eseguire una dannosa occupazione di Rovigo, Còluta dal Governo; non a lui, infine spetta la responsabilità di non aver fatto minare il Ponte della Laguna. Malgrado qualche errore nei suoi giudizi strategici il Pepe diresse l'opera di organizzazione dulia difesa, disciplinò le milizie volontarie, e trasformò, coadiuvato dal Cavedalis e dalPUlloa, un esercito disordinato in un a mirabile esercito che vinse a Mestre, resistette a Marghera, fu eroico negli ultimi mesi della Repubblica. Per concludere, Guglielmo Pepe - - attraverso l'acuto studio del M. appare ben diverso da quanto l'hanno giudicato recenti scrittori italiani e stranieri: egli è una delle figure più rappresentative di quell'anno epico, che ebbe nella difesa di Venezia la sua pagina più bella.
Basterebbero questi risultati, che ricollocano Guglielmo Pepe nella sua vera luce di gloria, a dimostrare cóme IL lavoro sia degno di stare in prima linea tra gli studi del Risorgimento. Chiudiamo con l'augurio che il Monti, che tante prove della sua acutezza di ricostruttore ha dato nei campi più svariati della storia giuridica e politica del Medioevo, voglia d'ora in poi, confortato da questo suo primo successo, dedicare alla storia del nostro Risorgimento una parte della sua instancabile attività.
RUCCBRO MOSCATI
Saggi e documenti di 'Storia del Risorgimento italiano, II; Bologna, Zanichelli, 1933-XI, iu-16, pp. 94, L. 8.
NeUa Rassegna dell'anno passato (I, pp. 184-187) fu già data notizia del primo volume della collezione pubblicata dall'antico Comitato emiliano-romagnolo della nostra società. In occasione del Congresso di Brescia fu preparalo questo secondo volume, dedicato alla memoria del conte Ercole Gaddi Pepoli e del prof. Giovanni Canevazzi. Non sono molti i saggi questa volta presentati, ma il più smilzo fascicolo non riesce neppur ora inutile fagli studiosi picco com'è <dii documenti nuovi. ALBANO CORBELLI inizia la serie con La polizia modenese tien d'occhio il Misley e la con' sorte Maria Francesca Raffini (pp. 7-13), recando un interessante piccolo contri-buio alle vicende di quell'ambigua figura di cospiratore, sulla quale neppure la recente vasta opera di G. Rumili è riuscita ad allontanare le antiche prevenzioni. GIUSEPPE MICHELI (pp. 14-40) studia La legge elettorale del Governo Provvisorio di Milano e i suol rapporti con quello di Parma (1848) su documenti dell'archivio di famiglia dei conti Sunvitale e su. altri dell'archivio pestelli del Museo del Risorgimento di Milano. GIOVANNI NATALI (pp, 41-70) si occupa di Nicola Fabrizi commissario del governo modenese presso il generale Guglielmo Pepe (maggio-giugno 1848), giovandosi di documenti del R. Archivio di Stato di Modena, che giovano a completare quanto nella nota questione della disobbedienza del Pepe all'ordine di richiamo ha pubblicato il Monti nel suo informatissimo lavoro. GIOVANNI MAIOLI (pp. 71*87) fa nuova luce sull'azione de La Società Nazionale in Bologna e nelle Romagne. riproducendo cinque lettere di Augusto Pascili, che mostrano le origini della Società stessa nelle Provincie settentrionali dello Stato