Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <61>
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NAPOLEONI ffl E L'ITALIA DOPO LA CADUTA DEL II MINISTERO MENABREA
Il sordo malcontento, che andava serpeggiando in Italia contro il secondo Ministero Menabrea, e l'ostilità ad esso dimostrata in parecchie occasioni dal Parlamento ebbero la loro ultima risolu­zione il 19 di novembre, a breve distanza 'dall'apertura della seconda sessione della decima legislatura, alla, quale cerimonia il Re, ancora convalescente in San Eossore, non aveva potuto presentarsi per pronunziare il discorso della Corona. Si doveva quel giorno eleg­gere il presidente, desiderandosi dal Ministero la nomina d'Adriano Mari,l mentre l'opposizione avtévst. scelto come suo candidato Gio­vanni Lanza. Siccome questi, nomo d'incontestata rettitudine, im­parziale e temperato, riceveva lustro dai suo voto contrario alla legge della Eegia, la vittoria sul suo nome ottenuta con 169 voti (laddove il Mari n'ebbe solo 129) doveva essere, come fu, interpretata quale un segno di sfiducia nel Ministero. Esso pertanto non esitò a rassegnar le sue. dimissioni al Ee, conservando il potere per il disbrigo degli affari in corso. Incaricato di formare il nuovo mini­stero l'onorevole Giovanni Lanza, a ciò designato dalla votazione del 19, subito si delineo quale doveva essere il programma, e cioè : l* allontanamento dagli offici, che occupavano in Corte, del Me­nabrea, del Oambray-pigny e del Gualterio, avversari politici Groppo aperti e accanili del Lanza ; 2 grandi economie, soprattutto nell'esercito e nella fiotta. Le prime trattative tra Sua Maestà e il Lanza, auspici i tre cortigiani, si svolsero per sette giorni senza che il Ee ricevesse personalmente il Lanza stesso: ma le proposte
del Re il Lanza non volle accettare, nò entrando in un gabinetto,
i Già ministro di grazia e giustizia e carissimo alla consorteria.