Rassegna storica del Risorgimento
QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno
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1916
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pagina
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67
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NaùUom IH ìffltàKa 87
tari, in specie tra Mazziniani impenitenti e Conservatori, impedivano però ohe Popi olone pubblica si volgesse alle cose del Concilio con la sollecitudine, ch'esso avrebbe meritato. Perciò qualche mese pia tardi, nel vivo dell'agitazione per la prossima proclamazione dell'infallibilità, si lagnava il Ratfcazzi iu una lettera del 1 marzo 1870 al Vi mercati, che in Italia nessuuo si occnpava della questione romana, per pensare soltanto all'equilibrio delle finanze nazionali. E testualmente soggiungeva: Ohose singulièret Pendant qu'en France on craint qiie le Concile veuille proclamer le principe de V Infoili bilité du Papej lei, au contraire, on dósire et on espère généralement quo ce dogme soit predarne, non ponr ce dogme lui-méme qni, en vérité, ne fait ni chand ni froid, mais paree qu'on espère qne cette couiplioation pourra finalement taire ouvrir les yeux à la Franco et lui fera comprendre combien est impossible tonte eonciliafcioii entre la socjeté moderne et le pouvoir tempore!, et ainsi rendra plus facile la solution de la question romaine .
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Un'altra causa stornò per qualche tempo dalla questione romana gran parte dell'attenzione pubblica in Italia: il mutamento avvenuto anche nel Ministero francese. Da un pezzo infatti la stampa parigina e gli agitatori avversi all'Impero si sforzavano di crear nuove difficoltà a quel Governo, finché venne il momento di porre un serio rimedio al crescente pericolo e, facendosi d'ogni parte il nome d'Emilio Ollivier, come quello dell'unico liberale in grado di tener testa alle forze rivoluzionarie* l'Imperatore s'indusse a offrirgli la presidenza del Gabinetto. Le prime proposte, avanzate all'Olii-vier dal 01)assetoup e dal Magne di loro iniziativa e per opera d'un intermediario, risalgono al 4 ottobre del 1869: si trattava, per allora, d'averlo soltanto nel numero de' Ministri: ma l'Olii vier affermò chiaramente ch'egli non avrebbe accettato un posto secondario e che il suo ingresso nel Ministero con grado elevato doveva subordinarsi alla facoltà di sciogliere, in caso d'ostilità alle sue idee, il Parlamento. Comunque, egli intendeva che il Governo imperiale s'inspirasse a' pin larghi concetti di libertà, ma con saldo proposito d'evitare alla Rivoluzione ogni pretesto di manife-