Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <79>
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senza riluttanza vi aderì V Imperatore, ohe pose per condizione, Ira l'altro, il mantenimento dell'art. 33 (ossia che in caso di sciogli­mento dei corpo legislativo e fino alla nuova convocazione su pro­posta del Sovrano il Senato provvedesse d'urgenza alla direzione ael Governo) e la rinunzia a ogn' idea di plebiscito- Napoleone te (aitimi di marzo) cedette su la prima riserva, su la seconda vinse ottenendo che si procedesse a un senato-consulto, nel quale tut-tavia il diritto plebiscitario (ossia di ricorrere al plebiscito ogni­qualvolta piacesse al Principe) fosse riconosciuto. Ebbene, fissati questi capisaldi, Daru, colpito dal voto della destra favorevole al plebiscito immediato, mutando avviso insistette per ottenerlo e Na­poleone III vi si acconciò con le memorabili parole: Qui ne risque rien n'a rien . Approvarono j Ministri, eccetto Buffet, cbe si di­mise (9 aprile), seguito due giorni di poi dallo stesso Daru, non per slealtà, ma per debolezza. Segris passava alle finanze, occu­pando il posto lasciato vuoto da Buffet, e il portafogli di Segris all'istruzione pubblica fu preso interinaimente dal Bicbard. II. senato-consulto della nuova costituzione fu votato unanimamente il 20 aprile; il 23 successe il proclama dell'Imperatore, nobile è pieno di maestà/ il 24 partirono le istruzioni de' Ministri a' pub­blici funzionari, VX maggio si compi in tutta la Francia il plebi­scito: trionfo strepitoso per l'Impèro, amareggiato soltanto da qual­che defezione di voti nell'esercito.1
Calmata la prima impressione del plebiscito, POllivier trasmet­teva al Ban ne ville alcune istruzioni confidenziali, previ accordi col Sovrano, per smentire bellamente l'opera del suo predecessore, sol­lecitando l'ambasciatore a evitar col Pontefice e col cardinale An-tonelli ogni conversazione su gli affari del Concilio : invitasse inoltre i vescovi della minoranza a non prendere in catti va parte questa decisione, la quale in fondo s'inspirava alla condotta tenuta fin da principio dalla Francia verso ìli Vaticano, e li incoraggiasse a sperare nel trionfo del buon senso e della verità (12 maggio). La Gazzetta d'Asburgo dotte prontamente notizia di questo cambia­mento di politica e il 14 maggio esso era officiai mente confermato a Gabinetti, che avevano appoggiato la presentazione della nota
In tutto 7336434 voti favorevoli alla nuova costituzione, 1660709 contrari. Da ramina attrai ohe alla liu d'aprile al coperse e sventò dalla pollala no com­plotto, organizsato a Londra dal Fleurens per assassinare Napoleone IH.