Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <83>
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Napoleone IH e V Italia 88
del Cancelliere prussiano conte Bismarck. Egli cbe, come il Moltkf? una gran parte degli uomini politici della Germania, vedeva la necessità di procedere all'annessione degli Stati del Sud, sospettosi riluttanti, per affermare nel mondo il primato della razza, indo­vinava anclie un ostacolo gravissimo al compimento di questo sogno nella forza e intellettualità dell'Impero francese: sentiva infine che ogni anno, ogni mese di ritardo avrebbe sempre più diminnite le probabilità d'un prospero successo. D'altro lato lo intenzioni del. Ministèro Ollivier erano pacificiste e in parecchie circostanze, sotto di esso, la Francia aveva dimostrato di non volere cosi presto una guerra: bisognava pertanto ricorrere a uno stratagemma, anche immurale, ma pronto, pur di spingerla a un atto di provocazione. Benché l'opinione pubblica, il linguaggio de' capi del Parlamento, la stampa quasi unanime all'improvvisa notizia apparissero in rutto l'impero grandemente turbati, l'Ollivier dominando la concitazione della stessa Corte strappo a' Colleglli e all'Imperatore deliberazioni piene di prudenza e di senno: il conte Benedetti e altri agenti diplomatici lavorarono direttamente in Prussia e indirettamente Sopra gli altri Governi, presso cui erano accreditati, per indurre il re Guglielmo a ritirare il suo consenso: re Guglielmo, alieno dalla guerra forse più di Napoleone III, segretamente lavori le pratiche per giungere a questa soluzione-, ma la sua dignità di Monarca, i doveri verso il suo popolo e i suoi Ministri gì'impe­divano di far di più e di meglio. Persuaso di questo era l'Ollivier, ma una parte degli uomini politici e de' giornali francesi, assecon­dati dall'elemento militare e, pur troppo, dal popolo, non si tene­vano paghi dell'ottenuta vittoria, e Napoleone III, senza parlarne all'OUivier, si accordò col Ministro degli affari esteri acciocché scrivesse all'ambasciatore Benedetti le rimostranze e i desideri della nazione: non essere cioè sufficiente garanzia la rinunzia al trono (li Spagna dichiarata, per il figlio, dal principe Antonio d'Hohenzollern j volersi dalla Francia che re Guglielmo con una sua pubblica parola ratificasse l'opera del congiunto e impegnasse il Governo di Prussia per l'avvenire (12 luglio). Giustamente si stupì della pretesa re Guglielmo a Ems e lo scarso tatto del Benedetti l'autorizzò a rinnovare con lui il rifiuto per mezzo d'un aiutante di campo: ma siccóme, nondimeno, la Francia officiale non pareva abbastanza mortificata e indignata dello scacco, Bismarck a un tratto-