Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <92>
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Tuttavia a questo punto Vittorio Emanuele, ostinato nel desi­derio di giovare alla Francia e, più, a Napoleone III, pensò utile di riprendere in segreto e di sua testa un'altra iniziativa, anno­dando a Vienna con l'Austria un'alleanza diretta, eli e, una volta .conclusa, gli avrebbe permesso di sciogliersi dalla' neutralità e di realizzare l'antico progetto della triplice : Francesco Giuseppe'accon-sentl ed entrambi i Sovrani ne istruirono Napoleone III, il Be con telegramma- del 26 luglio, l'Imperatore d'Austria con lettera del 27. In seguito a questi messaggi due negoziazioni s'iniziarono, all'insaputa l'ima dell'altra: la prima tra' Ministri italiani e fran­cesi, avendo per intermediari gli ambasciatori accreditati de' dna paesi, Malaret e Kigra: la seconda tra "Vittorio Emanuele- e Fran cesco Giuseppe, servendosi di Vimercati e Tiirr (Artom, inviato officiale iti partilms a Vienna, ne fa escluso)} Beust, in Austria, rimase l'agente delle due negoziazioni. Cosi il 28 loglio La Tour d'Anvergne, per tranquillare il Gabinetto francese, all'oscuro delle trattative e reclamante il diritto d'intervenire, eventualmente, nelle negoziazioni d'una duplice alleanza, avvertiva da Vienna che. nulla si sarebbe fatto senza l'assenso della Francia.
I. Ministri italiani e francesi pertanto trattarono la partenza delle truppe imperiali da Civitavecchia, cosa oramai in. via d'effet­tuazione. Perciò il .29 luglio Visconti Venosta poteva telegrafare al Nigra l'assicurazione che l'Italia avrebbe rispétlsato interamente le clausole della Convenzione di sepembre, purché la Francia s'im­pegnasse a fare altrettanto da parte sua, e due lettere furono scam­biate tra' due Ministri per fissare i reciproci obblighi. Immensa la costernazione dell'Antonelli, quando il g*f ifgà'iiòbbe dall'ambascia­tore Banneville il prossimo ritiro della brigata francese da Givi taveccliia, e invano cercò d'impedirlo j come invano il cardinal Bona-parte di sua iniziativa, e ne fu sconfessato dal Segretario di Stato del Pontefice, consiglio alla Francia di lasciare almenovcntolar sul Vaticano la bandiera imperiale. Epperò il 2 agosto Gramont, previo avviso al Papa, notificava* al Governo italiano'evacuazione degli Stati pontiBci, che sMniaiMi agosto; e il 4, appunto, da Firenze