Rassegna storica del Risorgimento
QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno
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1916
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pagina
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93
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fu risposto che si prendeva atfco della comunicazione e di tutti gli oneri resultanti dalla Convenzione di settembre/
La negoziazione personale di Vittorio Emanuele al contrario non dette buon frutto. A Vienna, dov'era giunto il 24 luglio, Vimercati discusse con Beust e Witzthum il trattato di daplice alleanza-, ma subito si riaffacciò la questione di Roma, quale capo! saldo della medesima. Di cui la proposta? H Beust (telegramma al Metternieh del 28) l'attribuì ad Artom; Nigra, in una conversazione con Gramont, a Beust (lettera di Gramonfc a La Tour ÉAuvergne, .Sfli luglio): Witzthum, tornato più tardi da Firenze, incaricò La Tour d'Auvergne di far sapere che la condizione relativa a Boma veniva direttamente dal Gabinetto italiano e tale notizia Visconti Venosta confermò a Malaret (lettera particolare di Malaret a Gramont, 9 agosto). Il vero è che, da principio, Vittorio Emanuele aveva coi Malaret accampato esigenze ben più modeste (lettera del Malaret, 25 luglio) e dimostrato ali' Imperatore che, se avesse avuto piena fiducia in lui (fino ad assicurargli chi-in caso di minacce da parte di bande rivoluzionarie si sarebbe tollerato l'intervento dell'esercito italiano nello Stato Pontificio in luogo del francese), tutto poteva risolversi facilmente (18 luglio). Tiirr dunque, accorso a Firenze per suggerimento di Napoleone III, e Vimercati incitarono Gramont ad accettare la proposta del Re; si aggiunsero, per intercessione del medesimo Vimercarti, esortazioni di La Tour d'Auvergne; Turr raccomandò che, in vista delle grandi difficoltà, in cui era il Governo italiano per le aspirazioni della Nazione verso Boma, si permettesse al Be di varcar la fron tiera in caso d'occupazioni garibaldine (telegramma del 27 luglio e lettera posteriore) e Vimercati, che diffidava dell'irresolutezza di Napoleone, predispose con Beust un trattato in otto articoli, da sottomettersi al giudizio di Napoleone III. Ma il 7 articolo impegnava l'Imperatore d'Austria-Uugheria ad adoperarsi presso la Francia per ottenere l'evacuazione degli Stati Pontifici in condizioni conformi a' voti e interessi dell'Italia e il 5 vincolava i du<* {Sovrani a dichiarare la loro neutralità benevola alla Francia e a mettere sul piede di guerra i loro eserciti aussitdt que faire se ponrra . Ciò nascondeva, effettivamente, un pericolo, giacché se prima si era parlato di portare alla Francia soccorsi non oltre il 15 settembre, adesso con una riserva generica la data si lasciava