Rassegna storica del Risorgimento
QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno
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1916
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pagina
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94
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Avancimo Avanelni
in balia degli eventi e degli notai al. Ne migliori disposizioni rivelò il Beusfc in una sua lettera a Gramont, del 29 luglio. Quello stesso giorno Vun arcati partiva per Parigi, Witzthum per Firenze, ma fintante il loro viaggio pervennero da Parigi rifiuti inflessibili, giacche, per mezzo di Malarat, rimasto a Firenze, G-ramontavvei-' ti va Vittorio Emanuele (27 inglio) di non poter coprire 0vergogna, la Francia con l'abbandono del Papa e a Vimercati telegrafava di olii arando die la Francia, anziché Venir meno a' suoi doveri verso la Chiesa, avrebbe riuunziato alle alleanze. Ohe poi al TSrr abbia fatto dire: se VItalia non vuol muoversi, resti pure , il Tiirr ha affermato, Gramont smentito recisamente. La verità è che .La Tour d'Auvergne ebbe incarico di rispondere a Tiirr (29" luglio) che la Francia ci teneva alla Convenzione di settembre e Beusfc alla sua volta telegrafò a Witzthum (31 Inglio, informazióne di La Tour d'Auvergne) che si rinunciasse pure all'articolo 7, per appianare la via all'ultima soluzione. Ma Vimereatì, non prevenuto della soppressione, giunse a Parigi col progetto integrale. A Gramont si declinò come 1' uomo di fiducia di Vittorio Emanuele, assicurando clte questi avrebbe quanto prima congedato il Mini* stero, per formarne imo favorevole alla Francia, ma era necessario accettar senza restrizioni l'articolo 7. Gramont non si piegò. Allora Vimercarti corse a Metz (1 agosto), nella speranza d'incontrar migliore fortuna presso il Sovrano, e questi, spinto dall'opinione de' suoi Consiglieri, resistette all'ugual modo,1 accampando la necessità che l'articolo 7 fosse abolito ed esigendo che nel 5, al posto delle parole: aussitòt que faire se pourra , sì surrogasse : imraé-diatement. Visconti Venosta, in una lettera all'Arese, aveva riconosciuto che Vwusfa, ecc. non aveva alcun valore, opperò la corre zinne assumeva un'importanza ben più che grammaticale.* Insomma, il 4 agosto Napoleone III scrisse a Gramont, confessandosi d'essere Stato fermo nel difendere il divieto, per l'Italia, d'occupare lo Stato del Papa: Vimercati,, sconfìtto, partiva alla volta di Firenze e Gramont telegrafava di sottomettere a Beust le modificazioni.
i TI principe Gerolamo cercò iantllmente di vincere l'opposizione di Nagc*-loone III, dimostrando ohe la condizione di Eoma era inevitabile per il He, a voleva aver da' suoi Ministri il consenso a mantenere la promessa.
z n medesimo .principe. Gerolamo, a torto, sostenne one la corrosione a. stata meramente di forma.