Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <98>
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zaine : questi, non disfatto, ma stanco, non osò P ultimo sforzo por liberarsi dalla terribile stretta e si chiuse nella fortezza ad aspet­tare gli eventi. Era infittii volontà del generale di Palikao,ministro della guerra e capo del Governo, che Mac-Mahon dal campo di Gbàlons portasse aiuto a Bazaine, affinchè poi i due Marescialli riuniti, trattenessero il nemico e ilo costringessero a retrocedere. Un consiglio di guerra a Ohàlons, la mattina dei 17 agosto, pre­sente l'Imperatore, studiò pertanto l'attuazione di questo progetto e al generale Trochn, un fanfarone di Brettagna, dette il titolo di governatore di Parigi, alla cui volta qnegli subito partì eon l'illu­sione di potervi raffrenare, se non distruggere, l'idra rivoluzionaria, preparando la capitale al prossimo assedio. L'Imperatore non lasciò più l'esercito di Afac-Mahon, in mezzo al qnale, con la speranza di trovarvi una gloriosa morte, fu alla battaglia di Sédan, un nnovo disastro, e il più grave, per le armi francesi (2 settembre). Prigio­niero tutto l'esercito, ossia circa centomila uomini, perchè venti­mila erano caduti nella lotta : prigioniero il Sovrano, che dovette consegnar la sua spada in mano a Guglielmo. Alla notizia della disfatta Parigi si solleva, il corpo legislativo proclama decaduto l'Impero instaurando la Repubblica (4 settembre) e l'Imperatrice, abbandonata da tutti, può salvarsi a malapena per l'aiuto di due ambasciatori stranieri, il nostro Nigra e l'austriaco Mettermeli.
La Camera italiana, aggiornatasi dopo i dibattiti surriferiti, era riconvocata per il 16 agosto. In quel giorno il Governo le presentò, preceduto da una relazione, un disegno di lego-e per un nuovo credito straordinario di quaranta milioni, da destinarsi a' due Dicasteri della guerra e della marina: i quaranta milioni erano dati dalla Banca Nazionale con una convenzione in data 14 agosto. La di­scussione sul progetto di legge cominciò il 19 e vi si segnalarono gli onorevoli Mancini, Mellara e Nlcotera, che, dopo aver ricordato i guai della Convenzione del 1804, la dichiararono un atto sullo e insussistente per la violazione fattane dalla Francia. Meglio sa­rebbe stato denunziarla e nessun momento era, più di quello, fa­vorevole all'occupazione di Roma. Ma Visconti Venosta sostenne che la denunzia della Convenzione per parte dell'Italia avrebbe costretto la Francia a mantener le sue truppe nello Sfatto del Papa;fel'Italia stessa,a trovarsi ancora in casa l'intervento straniero. Intendeva il Governo che fossero tutelati i diritti e gl'interessi della Nazione