Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <99>
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Napoleone 11 e PMaMa O'ft
ed essere disposto ad associarsi con le Potenze, che volessero ado­perarsi per sollecitare la fine della guerra franco-prussiana. Del resto l'Italia, respìagendo una neutralità isolata e inattiva, coinè mia .Nazione che ri nunzi alle sue responsabilità, aveva avuto scambi d'idee con l'Austria e trattative con l'Inghilterra per obbligarle reciprocamente a non uscire dalla neutralità senza preventivo ac­cordo ; al che aveva aderito pia tardi la Russia. U giorno 20 con 214 voti contro 152 (più 12 astensioni) era approvato un ordine del giorno esprimente fiducia nel Ministero e il 21 si approvava anche la legge per il credito di 40 milioni da 216 Deputati contro 77. Appunto quel giorno arrivò a Firenze il principe Gerolamo, inviato da Napoleone ILI, con nua lettera autografa per chiederci l'aiuto di 50 o 60 000 uomini : ina al Ministero spiaceva la sua permanenza tra noi anche ne' riguardi della Corona, che la Sinistra, seguita da una parte della piazza, incolpava di tiepidi sentimenti nella questione romana e d'eccessiva inclinazione per V imperatore. alla quale imputazione le intemperanze del generale Ci aldini in Se­nato avevano dato alimento, immaginandosi ch'egli fosse il porta­voce del Re. Nel suo breve soggiorno in Firenze il prìncipe Ge­rolamo ebbe simpatiche accoglienze dal Re e da' capi dell'esercito j e il Re, sollecitato vivamente dal genero a stringere la sospirata al­leanza, trascinandovi anche l'Austria, credette suo dovere, in ogni modo, darne notizia a questa. Minghetti fu precipitosamente man­dato a Vienna e nell'intervallo il principe Gerolamo spiegò tutta la sua eloquenza presso gli uomini del Governo e più ancora presso il Lanza, dimostrando che quel nerbo di soldati italiani, diretti sa Lio ne, avrebbe raccolto e riannodato intorno a sé i vari Corpi francesi in rotta e, con la sua presenza, risollevato il coraggio in un popolo e in un esercito, privi oramai della fiducia in. se stessi. Ricordate poi le gloriose imprese del cinquantanove, dipinse a vivi colori la futura grandezza della Francia e dell' Italia, che, viktrici e riunite, potevano rimettere nel mondo latino la direzione della politica europea. Accalorandosi sempre piò, a un trattoli principe Gerolamo trasse dal seno un foglio di carta con la firma di Na­poleone IIT in bianco e, stes-do a Lanza, risolvete, disse: io ho pieni poteri d'accettare qualunque patto vorrete dettarmi e porto eoa me nella firma dell'Imperatore la sua preventiva approvazione a quella qualunque Convenzione, che vi piacerà stabilire . Crude!-