Rassegna storica del Risorgimento

QUESTIONE ROMANA ; MENABREA LUIGI FEDERICO
anno <1916>   pagina <100>
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mente sofferse, in quel colloquio, il Miniatro italiano, ina non ca­dette. A. che prò, se la guerra disastrosa per la Francia aveva gik collocato la Germania in una posizione formidabile e se il disarmo dell'esercito italiano rendeva impossibile la sua pronta entrata in campagna ? Simile risposta venne anche da Vienna, dove si rico­nosceva tardivo e infruttuoso ogni intervento. Perciò lo stesso Lanza fece rispettosamente intendere ai principe Gerolamo ch'egli doveva lasciare l'Italia e quello partì col cuore lacerato dalla certezza della prossima rovina per l'Impero. Ma non senza viva lotta il partito dell'astensione, patrocinato da' Ministri, aveva finito per vincere. H Re e il gruppo militaresco, che l'avvicinava, quasi cre­devano che fosse viltà rispondere in quell'ora con uh rifiuto j Vit­torio Emanuele, anzi, fu sul punto di risolversi a congedare i Ministri, scegliendone altri più ossequienti al suo desiderio, e solo vi rinunziò per le difficili condizioni dell'esercito, stremato dalle recenti economie. Le quali, (ik 'realtà, furono allora la salvezza Italia l1
Seguì, il 24, la discussione in Senato sul progetto dì credito con una vivace interpellanza del senatore Sci alci a, intesa a col­pire il Sella, a cui si attribuivano, dette in un gruppo di deputati di Sinistra, dichiarazioni, eli e, se fossero state vere, gli avrebbero meritato la taccia di sleale e di ribelle* Ma il Sella se ne giustificò ampiamente. In quell'adunanza egli si era confermato favorevole, come sempre, a una pronta soluzione della questione romana, ag­giungendo che, ove i suoi Colleglli avessero voluto in qualche modo ritardarla, non avrebbe esatoB deporrà il' portafoglio; Hwine del giorno Scialoia, con un emendamento del Mamiani, raccolse la mag­gioranza e *li credito di .< milioni ottenute W5 voi favorevoli contro 2. Quand'ecco giungere come un cojno di fulmine, il '3 isefc-tembre, la notizia della catastrofe éi Ifèdkn e, senza indugio, la Sinistra presentò al Presidente del Consiglio, in nome della patria, un fervido incitamento allfimmediata occupazione di Roma. E il Go­verno appunto ci pensava. Cosi il pia grande fatto della storia mo. derna era prossimo al suo compimento e l'Italia, libera finalmente dai pericolo di complicazioni politiche e di conflitti con Silj vi si accingeva con energia e fiducia, seguendo anche in ciò il prò. grarama, che le era stato fissato dal genio di Cavour. Già si erano date le più severe deposizioni per tà< fforveglienza sul Mazzini,
1 TAVAI.LINI, l. O.