Rassegna storica del Risorgimento

1815 ; BOLOGNA ; ROSSI PELLEGRINO ;"GUELFIA"; GIOACCHINO MURAT
anno <1916>   pagina <106>
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*06 Domenico Spadoni
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smontare al palazzo reale, dirimpetto al palazzo Marescalchi, e di là. indi a poco asci, accompagnato da Gerolamo Bona parte, per visitare di nuovo le truppe, accampatesi fuor di porta San. Felice nei prati Gaprari, e dare disposizioni per la prosecuzione della marcia verso Ferrara e Modena, Gioacchino era reso impaziente dal desiderio di incalzar' subito le deboli forze austriache, le quali andavano ripiegando. Balla rapidità delle mosse attendeva il suc­cesso di cui egli aveva sommo bisogno per far colpo nell'animo degli Italiani e ottener da loro quella attiva cooperazione sulla quale egli aveva fatto tanto assegnamento. Ma le truppe si dichia­rarono sfinite e impossibilitate. Il gen. Pepe racconta in propo­sito che il lie n'era indispettito come un fanciullo, e gli diceva: Mi avete spinto alla guerra ed ora dite di essere stanchi di marciare mentre è ben noto che in guerra i migliori risultamenti si ottengono colla velocità delle marciate . Certo egli, avvezzo ai prodigi napoleonici, nell'evidente inferiorità..delle sue forze d'i fronte all'Austria, aveva presente quel che ebbe poi a scrivere il suo gen. Colletta che solamente una battaglia felice poteva ade­guare le sproporzioni di numero e di mezzi . Di fronte però alle dichiarazioni dei gen. Carrascosa e Pepe, che gli fecero anche osservare la convenienza d'attender l'arrivo della 2a divisione (d'Ambrosio), la quale trovavasi ancora ad Imola, e di dar tempo d'approssimarsi alla terza (Lechi), ch'era a Forlì, Be Gioacchino dovè, suo malgrado, rinunziare al suo divisamente e concedere alle truppe della W-'- divisione un giorno di riposo, di cui nativamente gli Austriaci s'avvantaggiarono per le loro difese.
Alla sera Re Gioacchino usci di nuovo, attraversando la citta illuminata * fra le acclamazioni dei cittadini, per onorare di sua
ài dia pure la pena di tramandare ai posteri che Nella breve dimora la stampe­ria del Governo tirò circa 200 mila copie di stampe, lavorando giorno e notte dan­dosi la mut gli operai e che si oonsamarono nelli Barrò rispettivi 180 risme di carta tonde da scrivere e nella segreteria reale 80 risme circa di carta fina detta del leone*. I,
*T, nella rivista Napoleone, Anno I, n. 6 a p. 197 l'articolo: Un ricordo della luminaria in onore di Re Gioacchino a Bologna, in cui Fulvio Cantoni porta a conoscenza che nel Museo del Risorgimento di Bologna, si conserva un traspa­rente servito' per la luminaria, del 2 aprilo 1815. È formato da on-:-iglio di carta bianco, largo m. 0,40, alto ro. 0,31, nel quale, enti elegante riquadratura incisa In legno, si leggono in maiuscolo le seguenti parole: W Gioacchino Napoleone WV lalipenlenzn italiàm.,k4 sotto, presso Ja Jaceraaione, é scritto a penna: .... timi per l'illuminazione di quella nera. Certo doveva dire: Costa 5 centesimi.