Rassegna storica del Risorgimento
1815 ; BOLOGNA ; ROSSI PELLEGRINO ;"GUELFIA"; GIOACCHINO MURAT
anno
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1916
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pagina
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118
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H8 Domenico Bpttdmi
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Giunta 0 t'ora, volate o Guerrieri, Al gran BUSSO ohe Italia circonda Libortate ogni Udo risponda Dal Sebeto alle fonti del Po.1
Messo in musica dal maestro Sampierì, quest'inno Ai per le vie di Bologna suonato la sera del 7 aprile9 e pare per altre due sere dalla Baada Nazionale al lame delle torcie e con l'accompagno vocale del popolo, il qaale lo intercalava con le solite sue grida
delle strofe incomincia col verso: O Bologna, di ceppi sdegnosa. E. Bangoui por dicendo bene dell'inno scritto dal Costa nel 1815, non può trattenersi di morderne l'autore dicendo: quest'uomo ha scritto contro i preti, per la democra-/.la, per i Tedeschi e per salutare l'arrivo del poco bene amato card, aroiv. Opiz-soni e altre pie cose sue in avanti . Getto egli risenti della vita burrascosa del tempo in cui visse e delle vicende di cui anoh'egli fu parte, essendo stato tnìtntoipalista di Ravenna nel 1798 e come tale avendo tenuto ijl discorso per la iuaugurazlone di una lapide alla R-ipabblica francese, essendo stato quindi deputato ai Cornisi di Lione, eoo. Nel '3L pubblicò un discorso sul governo costituzionale, per cui poi creìò prudente esulare;
1 Quest'Inno, pubblicato nel 1815 anonimo a Bologna dalla Tip. Masi come si può vedere in appendice al Tomo II delle Memorie del Rango ni, fa riprt ' dotto, ritenendolo inedito, dal De Castro nel suo studio : La restaurazione atulriaca in Stilano (Archivio storico, lombardo, Voi. V, anno XV, 1888, p. 654), avendolo trovato manoscritto e anonimo in una Miscellanea del marchese Sommi Bice-nardi di Cremona. Come inedito e come inno di guerra di Paolo Costa lo ripubblicò l'avv. Odìlone Maasaccert (Chioggia, 1910), essendo venuto alle su* mani dai parenti del poeta ravennate.
* Nel tomo IL delle anonime Memorie stortoli della etiti di Bologna dal 1773 al 1822, ohe conservami manoscritte in quella civica Biblioteca si legge: La - >!.;>. del 7 aprile una truppa di giovinastri, accompagnati dalla Banda militare con tornio a vento girarono per Bologna sino a notte avanzata, cantando nn inno patriottico in lode di Sic. Marat e ripetendo tutti ad alta voce gii evviva eoe. seguiti da infinita di popolo, ohe in gran parte scherzava su questo nuovo fanatismo, ma tutto l'ardore repubblicano si limitò a questi evviva e ben pochissimi giovinastri di poca o nessuna educazione si presentarono ad arruolarsi a questo nuovo sistema. Ne! Diario bolognese del De Suoi, posseduto dall'avv. Am-brosini, a p. 178 si legge sotto la data probabilmente inesatta del 5 aprile: Inni all' indipendenza e al re, messi in musioa, e cantati per le strade con grandi nrlL e fiaccole, attirano tutto il popolo. Nell'Archivio comunale di Bologna, dove invano abbiamo cercato la musica dell'Inno del Costa, il gentile Archivista signor Benedetto Oarpaneili ci ha indicato la seguente annotazione del Protocollo Generale del 1815: N. 1810 6 aprile - Il Consigliere Direttore Dipartimentale di Buon Governo interessa, perchè alcuni cannonieri vegliano per il baoo ordine demani aera nel tempo che si canta per le strade principali un inno patriottico. D. 6 aprile. Al signor Bandi, Capitano degli Artiglieri, pregato della corrispondente esecuzione. La Banda Nazionale era la Banda delta Guardia Nazionale bolognese:; il; /Municipio di Bologna, tornato il Gov. gen. Stefanini, potè riscattarne il vestiario da lui confiscato.