Rassegna storica del Risorgimento

1815 ; BOLOGNA ; ROSSI PELLEGRINO ;"GUELFIA"; GIOACCHINO MURAT
anno <1916>   pagina <124>
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Domenico Spadoni
che nel 1815 sarebbe stato in Bologna studente d'ingegneria, gli avrebbe raccontato molti anni piti tardi in Svizzera ehe la legione universitaria bolognese, essendosi offerta a Be Gioacchino d'an­dare a combattere, dopo i ringraziamenti del Be avrebbe avuto un. mascherato riflato, e proprio per bocca di Pellegrino Eossi, elle, in seguito a segreti colloqui col prìncipe, avrebbe palesato al generoso giovane comasco, deputato da' suoi compagni, non solo le difficoltà di provvedere armi ed assisa agli studenti,, ma i -.fastidi e le contrarietà che avrebbe ad ogni passo suscitato alle militari opera­zioni ideate dal Be quell' ingombro di gente male disciplinata e spe­cialmente invasata da opinioni eccessive i?ei;o ci permettiamo esprimere tutti i nostri dubbi sulla veridicità, o quanto meno, sul­l'esattezza di questo racconto, forse ispirato dall'odio in che, dopo il '48, era avuto il Bossi dai repubblicani. Anzitutto, mentre le cro­nache e i documenti del tempo indicano come caporione degli stu­denti il bresciano Giovita Da Ponte della Facoltà di Giurisprudenza, del comasco Francesco Scalini, studente d'Ingegneria, non abbiamo trovato traccia né nelle cronache e nemmeno nella nota dei giovani assenti dall' Università di Bologna al ritorno degli Austriaci, da quel prorettore inviata, su richiesta, all'autorità governativa. Ma. anche gli altri particolari del racconto ci paiono in evidènte contraddizione con le notizie ohe noi abbiamo tratto dalle cronache contempora­nee, con l'intero atteggiamento di Pellegrino Bossi in quei giorni, con l'appello all'armi rivolto dagli studenti bolognesi a quelli di Modena, corretto e forse suggerito dal Bossi stesso, e soprat­tutto col real decreto di due giorni appi-esso, promettente agli studenti volontari esenzioni di tasse e altre agevolezze scolastiche. Fra i ceti che Pellegrino Bossi, procurò maggiormente d'aver ligi all'impresa nazionale! ; il Clero., in eonfòrmitlj ger vero dire, delle intenzioni del governo di Be, Gioacchino, il quale, con più
allora nel Canton Ticino, avrebibé.inoltrenarrafco A lui e a più altri che in quella occasione egli, seno bendo iorbemeube il ifcossi, gli avrebbe detto T * Oli va pur là, tristo oppositore alla causa d'Italia.,, che gran partigiano lei nemici' dell, nostra patria ti sei oggi mostrato ; ma verrà tempo in cui ti tiara ìfl fèrro liane la dovuta ricompensa pe1 buoi mali unici . Funesta predizione, commentai ft Martini, che l'onesto Scalini era allora ben lungi dal desiderare in suo onoro, e oerto dal prevedere cuà si sarebbe un giorno avverato ! Pòvero Bossi, ag­giungiamo noi, come, in.'vìifca e dopo morbo, liti appressato e rimeritato l'ardente tuo affetto per l'Italia, daM.doynitopagarecon l'esilio e oón l'abbandono d'ogni cosa più caramente diletta !