Rassegna storica del Risorgimento

1815 ; BOLOGNA ; ROSSI PELLEGRINO ;"GUELFIA"; GIOACCHINO MURAT
anno <1916>   pagina <136>
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i" Domenico Spadoni
ricare, d'una missione segreta presso lord Bentinck il cupo sezione del Ministero degli affari esteri Giuseppe Binda, persona di sua fiducia e che conosceva il diplomatico inglese. II Binda però, men­tre da Firenze ove avea sostato, si dirigeva per Lucca verso Genova, fu arrestato d'ordine del luogotenente colonnello austrìaco Werklein, e fu trovato latore di carte importanti, fra cui nna let­tera del Gallo al Binda, in data di Bologna 11 aprile, con cui gli era inviato un duplicato della risposta alla nota del 5 aprile, nel timore che l'originale inviato per un parlamentare agli avam­posti austriaci non giungesse al Bentinck troppo tardi ; istruzioni ed ordini destinati ad agir sul Bentinck, a cui il Murat s'impe­gnava di dare- tutte le possìbili garanzie ; lettere di lord Holland al Binda e al Bentinck j un progetto di costituzione pel Begno di Napoli scritto dall'HolIand, e infine due lettere sigillate del Gallo al Bentinck, che furono rimesse senz'essere aperte al lord inglese, che le reclamò. Il gen. Frimont, nel riferirne allo Sohwar-zemberg il 21 aprile commentava che quei dispacci provavano che Murat tentava tutto per guadagnar gl'Inglesi alla sua causa ; ch'era appoggiato in Inghilterra da un grosso partito ; che vi avean già negoziazioni tra lui e questo partito al fine di intro­durre in Italia un nuovo ordine di cose. Tutto provava grazie a queste carte, che lord Holland vi rappresentava una gran parte e che Bentinck era al corrente di questo affare, ma che Murat dubitava del suo appoggio, sebbene, come il Frimont aveva già scritto il 14 dello stesso mese, Bentinck, per quanto nemico di­chiarato del Be, fosse pericoloso per l'Austria, essendo un gran partigiano dell'Indipendenza italiana.1 Gli Austriaci su ciò so­stanzialmente non si ingannavano: l'idea dell'Indipendenza ita­liana esercitava sempre sul diplomatico inglese il suo possente fascino, fascino che, con l'antipatia per gli Austriaci, egli non dis­simulava nelle stesse corrispondenze ufficiali di quei giorni. voi vedete, scriveva il 15 aprile da Genova a lord Stewart, che io credo ai successi degli Austriaci contro Murat, e vi credo perche Murat non ha né coraggio politico, né la risolutezza per ben con­durre la grande impresa ch'egli ha assunto. Con Bonaparte, al contrario, il successo era certo per lui... L'armata napoletana
TFtf. I. Marat, a. o. Tomo IH, pp. 412-414.