Rassegna storica del Risorgimento
1815 ; BOLOGNA ; ROSSI PELLEGRINO ;"GUELFIA"; GIOACCHINO MURAT
anno
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1916
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pagina
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142
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ìhmunieo Spadoni
dal 14 al 15 aprile lasciò Bologna, con Jìe Gioacchino, anche il Commissario civile Pellegrinò Eossi,1 il quale segni la marcia dell'esercito napoletano, continuando a spiegare lungo il territorio soggetto alla sua giurisdizione, la sua opera provvida per fer fronte itt qualche modo, in quei tumultuosi e lacrimevoli momenti, alle imperiose necessità, pubbliche,2 fra cui la più preoccupante era l'approvvigionamento dell'esercito, il quale affamato e bisognoso di tutto, doveva esser provvisto da comuni già esausti per le requisizioni che eransi in pochi giorni succedute da parte delle due truppe nemiche. E poiché, ad aggi-avare ancor più la situazione, si aggiungeva la moltitudine crescente dei profughi, clie seguivano i Napoletani e a cui i comuni, come ai militari, dovevano somministrare razioni, ad evitare il loro agglomerarsi eccessivo sul
Bflicaoa il Bangoni che il Bossi prima di lasciar Bologna, iraprndente-mente diede a custodire il protocollo d'ufficio, presenti quattro persone, al suo compagno di studi e collega di professione avv. Domenico Casoni, il quali*, quantunque di idee non conformi, era e rimase anche poi suo intimo amico. La cosa venne risaputa dagli Austriaci. Il 21 aprile in Commissario generale del B. G. avvisò il Governatore generale che il Bossi, prima della partenza, aveva ritirato dalla Commissione governativa alcune carte e ne propose la ricerca. In seguito di che con lettera del 23 aprile, il Casoni fu invitato a presentare vari oggetti, effetti' e carte sigillate in un pacco grande in presenza di molte persone dall'avv. Bossi, prima della sua partenza. Il Casoni, di fronte anche alla prospettiva di punizione militare, minacciata dai governatóre Stefanini, in un ordine stampato in data del 22, < a tutti quelli che possedendo carte, armi, ed effetti spettanti ad individui emigrati di quelle provinole al partire dell'armata napoletana, in conseguenza della condotta da essi tenuta durante l'occupa zinne nemica, non li denunciassero entro 24 ore, non potè esimersi, e lo Steffanins potè cosi essere informato di parecchie cose. Trattenne tùtì-avià il Casoni il sigillo oommlsdariale, ohe, con la lettera su ricordata ed altri cimeli del BOBSÌ, "é stato donato dal figlio del Casoni al Museo del Bisorgimento in Bologna. (V. Belluzzi R. Bologna nel Bàsor stimèrito itàliano (Ep. naz. di Torino, 1884). Bologna, Zanichelli, 1884, p. 4). Il sigillo ha lo stemma'reale e intorno la scritta; . Il K'gio Commissario Civile residente in Bologna.
" Rossi Pellegrino. Autodifesa. Geoidi od, 18lo, p. 45. Da Bìmini il BOBBI scriveva il 23 apri lei: oqn'laiurn'ia paeudonima di Antonio Frolli, una'lettera a Pietro Paolo Guizzàrdi in Bologna, dandogli nuove di sé in linguaggio convenzionale : e Non volendo trovarmi in mezzo ai rumori di guerra, troppo lontani dalle nostre pacifiche occupazioni, io me ne parto. Vedrò se, a Pesaro o in Ancona vi aia da far meglio perii nostro commercio. Sotto lo stesso pseudonimo riscrisse al Guizzàrdi da Marsiglia, in data 15 giugno, esprimendoli proposito di fuggire i rumori nella gran lotta europea ohe parea volesse rinnovarsi. Lotti Vario. Pellegrino Bossi secondo alcune notizie e lettere raccolte e per la prima volta pubblicate a. o.