Rassegna storica del Risorgimento
MENOTTI CIRO
anno
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1916
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pagina
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153
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La vera ultima latterà ài Giro Menotti ìfig'
colpa mia! Ma mi perdonerete. Do l'ultimo bac[c]lo ai figli; non oso Individuarli pere/tè troppo mi angusterei; tutti [a] quattro, e i genitori, e l'ottima nonna, la cara sorella ( Virginia) e Celeste, insomma dal primo alVtUtimo vi ho presenti.
Addio per sempre, Cocchina. Sarai finché vivi y,na buona madre dei miei figli! In questo ultimo tremendo momento le cose di questo mondo non aon più per me. [Troveranno i miei figli e tu della pietà dopo la mia morte, più che ne sperassi vivendo]. Sperava molto; il sovrano... ma non son più di questo mondo. Addio con tutto il cuore; addio, per sempre, ama sempre [la memoria dell'infelice tuo] il tuo
Omo.
L'eccellente Don Bernardi che mi assiste in questo terribile passaggio, sarà incaricato di farti avere queste ultime mie parole. Ancora un tenero ba[c]".to al figli e a te finhe vesto terrene spoglie. Agli amici ehe terran cara la mia memoria raccomanda [loro] * figli [miei]. Ma addio, addio eternamente.
Quanto più efficace il vincilo, dell'affettato studia-' vìncerlo. Al suo fine per alla sua fine è mutare IMdea, che,-, non: alla sua sorte, ma al suo termine intendeva qui significare, come più. avanti, il Menotti. L'anima mia sarà come divisa teco, gemeva il con* dannato, perfettamente l'opposto del teco unita, Quando l'età farà conoscere, ecc. quanto più al posto di quel saranno adulti, ecc.
La mia Oecehina lo invade tutto, perchè sostituire tale dizione con quella studiata ne invade, la miglior parte f Ciro in vita aveva commesso follie pfte la sua Jrancesea, non deve quindi sorprendere 1.' usata espressione con la quale ancora una ittita, i'ultimaj voleva rassicurare la moglie del proprio sviscerato amore. È una sostituzione che svisa anche l'intenzione dello scrivente.
Dell'onore e della virtù} dell'onore è un'aggiunta superflua e troppo arbitraria, come strane ed arbitrarie sono le modificazioni dei periodi che seguono nello stesso capoverso, i quali in confronto dell'originale tanto perdono di piana ed intima schiettezza. Oh quanto deplorevole la soppressione delle parole precedo la tua angoscia e mi si divìde il cuore : oh quanto preferibile il non abbandonarti; tutti dobbiamo morire, alla manierata sostituzione: nou lasciarti opprimere dal cordoglio. Tutti dobbiamo quaggiù morire*!'!.
In carcere, a poca distanza dal supplizio, tenuto d'occhio, dopo