Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA
anno <1916>   pagina <162>
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Ugo Botti
Municipio. Ma all'appressarsi dei gravi avvenimenti che produs­sero la nostra liberazione gli Assessori municipali eletti dal Con­siglio e non approvati dal Governo, interpretando il voto del Paese, si credettero in diritto ed in dovere di prendere un'attiva inge­renza nelle cose Manici pali. Furono essi che predisposero, nell'ago­sto 1866, quel piano di ordine pubblico e di milizia cittadina che doveva provvisoriamente sostituirsi alle Autorità politiche austria­che appena venissero a cessare ; e così sorse accanto al Municipio approvato e mantenuto dall'Austria che funzionava nelle ore del giorno, una nuova Giunta municipale composta degli individui non voluti dall'Austria ed a cui si aggiunsero più tardi l'avv. Po-rissinotti, l'avv. Sacerdoti, il dott. Antonio Berti, Marco Bisacco, Alessandro Palazzi e l'architetto Meduna ed il Conte Angelo Pa-padopoli sostituì il fratello Nicola che si era arruolato nell'eser­cito nazionale.
Questa Giunta teneva le sue sedute di sera in Municipio e se­gretario ne era il dott. Ugo Botti. È bene notare fin d'ora che l'architetto Meduna era uno dei Membri del Comitato segreto che aveva per lo passato avuta tanta parte per raggiungere l'unifica­zione d'Italia e che affigliato a questo Comitato era anche il farma­cista Filippo Ferrandini in Campo . Stefano all' insegna dell' Om­brella e che il dott. Botti alla sua volta era legato al Ferrami ini. Ciò si deve nottue per spiegare alcuni fatti di cui ci occuperemo più innanzi. Ma prima di parlare dettagliamente del modo con cui furono predisposte tutte le pratiche perchè il Municipio potesse provvedere ai mantenimento dell'ordine pubblico e siccome il Go­verno austriaco continuava a vessare i Cittadini ed il malcontento era giunto al colmo, credesi opportuno di accennare ad un. aned­doto verificatosi verso la fine del mese di luglio.
Si incominciava allora a parlare della cessione di Venezia al Regno d'Italia, ma non direttamente, sibbene coli'intermezzo del­l' Imperatore dei Francesi, e la notizia che una tale cessione fosse già sfata fatta si spargeva a Venezia una sera e destava grande fermento nella popolazione. Recatosi allora il Vice segretario dottor Botti presso il f. f. di Podestà cav. Gaspari, perchè volesse chie­dere precise informazioni e tranquillizzare la popolazione, e questi rifiutandosi di occuparsene, il Botti scrisse ogli direttamente corno segretario del Comune la sera stessa al Console di Francia a Ve­nezia Leone Jffllet, il quale rispondeva olla lettera seguente :