Rassegna storica del Risorgimento
1864 ; PIO IX ; ROMA ; STATO PONTIFICIO
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1916
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Emilio Ooliti
tadini del regno, mentre deputazioni si recheranno a chiedere al Re ed alle autorità militari la occupazione del territorio.
< È convenuto che il plebiscito avrebbe il suo valore quando sì facesse per schede firmate. Gli analfabeti segnerebbero le schede ed un testimonio al segno le firmerebbe. È convenuto di raccogliere i voti segretamente prima della morte del Papa, cominciando anche subito. Morto il Papa, una Commissione di scrutinio farebbe il verbale dello spoglio dei voti alla presenza di un notaio, che lo armerebbe, con essa, dichiarando il risultato della votazione .
La dimostrazione si doveva sostenere con le armi; ma con questa differenza, che, mentre ai papalini quasi non si dava quartiere , ai francesi si sarebbe provato di opporre resistenza soltanto per qualche ora.
I manipoli di combattenti reclutati da ogni classe della popolazione e bene organizzati preventivamente dovevano operare tutti nello stesso tempo, in varie località5 li avrebbe comandati un uomo di valore sperimentato, quale un Medici 0 un Lopez.
Era indispensabile per prima cosa rialzare il morale del partito nazionale e avere la truppa e gli impiegati dalla parte dei rivoltosi. Contemporaneamente si dovevano pubblicare tre manifesti: ai Conclave, all'esercito francese e all'Europa, dichiarando il carattere e lo scopo della dimostrazione. I Boxo ani questo ne era presso a poco il concetto fondamentale intendevano esercitare un loro diritto, e si tenevano sicuri che nessuno li turberebbe.
Da Torino poi il governo del re, subito dopo la morte del Papa, manderebbe come oratore al Conclave uno dei suoi più di stinti personaggi, con grande seguito, che dichiarerebbe ciò che vuole il governo e ciò che sarebbe pronto ad accordale per Via dipendenza del Papa. Se i cardinali si ricusassero di riceverlo, egli pubblicherebbe un manifesto.
Per effettuare questo vasto piano d'azione era necessario provvedere di un fondo di almeno diecimila franchi ognuno dei tre prefetti di Napoli, Perugia e Siena, nelle cui giurisdizioni risiedevano gli emissari incaricati dal Comitato di tener desta in quelle regioni l'agitazione liberale.
Gli emissari erano Augusto Lorenzini e Luigi Solidati Tiburzi per la Comarca; Faw. Francesco Vallerani (Orvieto), G. B. Ca-