Rassegna storica del Risorgimento

VERONA ; MUSEI
anno <1916>   pagina <186>
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Numerosi gli oggetti, i cimeli, gli stampati degli anni pfii fortunosi della rivoluzione. V'è uno dei fazzoletti con la effigie di Carlo Alberto, di Pio IX e di Leopoldo di Toscana che ebbero larga diffusione, quando fra i tre Stati fu Stentata una lega doga­nale, e poi, in buon numero, uniformi, fucili, daghe, tamburi della Guardia Civica e la croce rossa che fu adottata, quale segno di distinzione} dai volontari padovani e vicentini a Serio e a Mon-tebello. Fra gli stampati sono bandi, avvisi, notificazioni, proclami imperiali, bollettini di guerra.
Preziosi e rari i cimeli, i ricordi, i documenti che risalgono al periodo della reazione e del martirio. In un'apposita vetrina sono raccolti ritratti di Carlo Montanari, lettere, passaporti1 una scatola di' compassi che gli appartenne e la cravatta nera che portava al collo il 3 marzo 1853, quando fu impiccato sugli spalti di Belfiore. Altre lettere e documenti preziosissimi sono quelle di Girolamo Canari dalle carceri di Mantova a Scipione Zorzi di Verona e i numerosi biglietti clandestini scritti da Alberto Caval­letto nella prigione di Josephstadt e diretti a Pietro Zenati e ad altri patriota veronesi (1853-54).
Scarsi i documenti che illustrano gli avvenimenti del 1859 e particolarmente la guerra di Lombardia. Vi sono i proclami di Napoleone Ut e di Vittorio Emanuele II agli Italiani e, violento e ingiurioso, il bando del maresciallo Urban, comandante la città e fortezza di Verona, che, mentre esaltava la sua lealtà di austriaco, senza ambagi o riguardi dichiarava la sua diffidenza piena e intera per i soggetti Italiani: ... Acciocché gli abitanti conoscano con chi hanno a che fare dichiaro che ognuno può fidarsi di me come di un leale austriaco e che io di nessuno mi fido . (22 giugno 1859).
Appartengono all'ultimo periodo della dominazione austriaca nel Vèneto la pistola tascabile usata dal capo del Comitato'rivo­luzionario di Verona, lo stile a triangolo consegnato ad un sicario, poi ritirato dopo la decisione che l'Imperatore avesse salva la vita, e la lettera minatoria ai giovani veronesi atti alle armi, per­chè non indugiassero ad emigrare.
Molto numerosi sono i ricordi dell'anno 1866 che, nonostante Custoza e Lissa, vide finalmente coronate le aspirazioni patriotàche
i Soùo riprodotti in faa simile nell'opuscolo di Giuseppe Biadego : La figura di Carlo Montanari. Milano, L. F. Oogliati, 1908.