Rassegna storica del Risorgimento

LA HOZ GIUSEPPE
anno <1935>   pagina <98>
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98 Carlo Zaghi
viziosi e maTaccostumati cittadini; ninna cosa insomma si è ommessa che non fosse del suo lodevole instituto. Ciò posto, perchè privarla il generale La Hoz della sua stima? Perché non degnarsi almeno di nominarla colle altre sue circonvicine, quasiché non esistesse? Convien dire che questo bravo repubblicano siasi lasciato sorprendere da falsi rapporti, o dalla calunnia, altrimenti non avrebbe neppur sognato contro di essa un sì deciso avvilimento.
Ma non basta che la nostra guardia nazionale abbia fin qui operato ciò che era prescritto dal dovere, o commune colle altre. Ci piace rammentare un'epoca per essa assai più luminosa. Pendeva incerto l'esito della caduta di Mantova. Per una inevita­bile circostanza della guerra i francesi abbandonarono Ferrara. 2) Allarma nuovi somati diritti il Pontefice e ci manda un inviato per ridonarci alla servitù. Eccoci soli, senza appoggio, incerti del nostro destino e vicini a cadere sotto il dispostismo di un padrone. Chi ripara al disordine? chi ricusa d'arrendersi? la sola guardia nazio­nale. Ad un tal nome non ardisce l'inviato di mostrarsi e buon per lui che s'arresta a poche miglia dalla città, e presto sparisce giacché la guardia nazionale era decisa di trattarlo da arrogante ed egoista quale ch'egli era.
Se fino d'allora e si può dire quasi nel suo nascere mostrò essa tanta energia, sarà viepiù rigorosa per l'avvenire quallora si presentino occasioni urgenti nel proprio Dipartimento.
Cittadino Commissario, cercate mezzo di riparare ai nostri torti, vi scuotano le giuste nostre riflessioni, fatene quell'uso che è proprio della vostra prudenza. Garantiteci intanto col divulgare questi nostri sentimenti, awanzandoli ancora al sunnominato Generale.
Il Rangoni ubbidiva, e il 2 nevoso, dopo aver mandato copia della lettera al La Hoz, così rispondeva allo Stato Maggiore della Guardia Nazionale:
e Prima ancora che mi pervenisse la vostra lettera del primo corrente io pure in tutta la sua estensione aveva sentito il torto che veniva fatto dal generale La Hoz alla Guardia Nazionale di questo dipartimento non associandola agli encomi da lui giustamente profusi alle Guardie Nazionali di Bologna, Modena e Reggio. Penetrato da questo sentimento non ho mancato d'avanzargli i miei riflessi su tal proposito e voi potrete assicurarvene leggendo la qui acclusa copia di un paragrafo contenuto nella lettera da me scrittagli coll'ultima posta. Parte io pure della Guardia Nazionale del Basso Po sento nel più vivo dell'animo tutto ciò che può interessare la di lei gloria, e quando altra soddisfazione io non provassi nell'esercizio del mio impiego, quella certamente provo d'essere autorizzato a divenire interprete dei sentimenti di questo corpo, che avendo ben meritato della patria, ha acquistato il diritto di non essere ommesso in alcuna sorte di confronto. La citata vostra lettera mi porge nuova occa­sione di scrivere al generale sullo stesso argomento, e l'abbraccierò senza esitare .
i) Allude al tentativo di restaurazione pontificia fatto in Ferrara nel luglio del 1796 dal card. Mattei, arcivescovo della città, sul quale cfr. CABLO ZAGHI, Nuovi documenti sul card. Mattei e i suoi rapporti con Bonaparte e la Repubblica cisalpina, Ferrara, ed. Nuovi Problemi , 1933, p. 7 e segg.