Rassegna storica del Risorgimento

1861 ; INGHILTERRA ; NAPOLI
anno <1935>   pagina <103>
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La partenza della flotta inglese da Napoli (1861) 103
per il momento stornare.1) Soppressa la Direzione degli Affari Esteri, al Luogotenente generale fa lasciato il semplice incarico di assestare e liquidare ogni contabilità dipendente dalla gestione degli antichi Consolati delle Due Sicilie all'Estero .2)
Gli atti che furono il risultato di tale attività liquidatrice, e che abbracciano il triennio 1861-63, furono nel 1864 versati nell'Archivio di Stato di Napoli, e annessi, per somiglianza di materia, al già ivi esistente archivio del Ministero degli Affari Esteri, dove tutt'ora si trovano e comprendono 14 fasci e un indice, che vanno dal n. 4698 al n. 4712. Si potrebbe pensare che in atti di natura contabile, come quelli accennati, difficilmente dovrebbe trovarsi alcunché che inte­ressi la storia. Ma non è così : e non meraviglierà quanto dico chiunque sia esperto delle singolarità e delle sorprese che tutti gli Archivi riser­vano. Come esempio e riprova di ciò, e come avviamento alla elenca­zione delle fonti napoletane per la storia delle provincie meridionali nel 1 decennio del Regno d'Italia, che mi propongo in altra sede di fare, pubblichiamo qui appresso con una brevissima introduzione
1) Per la storia esterna deU'archivio del Ministero degli Esteri napoletano e delle sue migrazioni, si veda il mio articolo: La ricostituzione dell'archivio del Ministero degli Esteri nel R. Archivio di Stato; di Napoli in Annuario del Comitato Nazionale per la Storia del Risorgimento, Zanichelli, Bologna, I, 1933.
Quanto al trasporto di quell*archivio a Torino, si veda che cosa il Nigra scri­veva al Cavour in una saporita lettera del 28 febbraio (1861): Devo ora parlarle di un'altra cosa. Ricevo un secondo ufficio dal Ministero degli Affari Esteri col quale mi si invita a mandare a Torino, in varie casse, l'immensa congerie dei trattati e conven­zioni originali esistenti nell'archivio del cessato Ministero Napolitano. Non posso fare questa operazione senza che si sappia, giacché bisognerebbe spedire parecchie casse. Ora io temo che l'invio di questa roba a Torino non dia luogo a seri inconvenienti. Questo popolo è buono in fondo, ma ignorante, suscettibile. Quando il Re partì di qui, si sparse la voce che aveva svaligiato il Palazzo Reale. Quando il principe andò a Gaeta, si sparse ugualmente la voce che era andato a Torino dopo aver pigliato la sua mesata sul tesoro napoletano. Queste assurdità potrebbero rinnovarsi all'occa­sione dell'invio che mi si ordina. Io sono quindi d'avviso che non bisogna farne niente per ora. Dica a Carutti che gli fard fare copia di tutti i trattati di cui abbisogna. Ma per carità si sospenda quest'invio. Che cosa importa al Ministero di avere tutta questa cartapecora e tutte queste scatole sei mesi prima o poi? .
E il Cavour rispondeva quattro giorni dopo (4 marzo 1861) : Se Ella crede che l'invio dei trattati a Torino produca cattiva impressione, lo sospenda. Ma non ci mandi copie, ciò che potrebbe far supporre che si vuole conservare l'Archivio diplomatico di Napoli. Sono disposto a camminare lentamente nella via dell'unificazione ma non indietreggiare di un passo.
Cfir.: TI Carteggio CavourNigra, 1858-1861, voi. IV, La Liberazione del Mezzo­giorno, pag. 349 e 353.
2) Art. 1 del R. decreto 31 dicembre 1860. Cfir. in Giornale Officiale di Napoli 10 gennaio 1861, n. 8.