Rassegna storica del Risorgimento

1861 ; INGHILTERRA ; NAPOLI
anno <1935>   pagina <106>
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Emilio Re
evidentemente l'incarico, e forse lo schema, a qualcuno dei suoi segretari, ma poi sulla minuta introdusse di suo pugno modificazioni e aggiunte che, nella stampa, abbiamo curato di riprodurre in corsivo perchè potessero distinguersi subito dal resto del testo."
Su quelle giunte e quelle modificazioni noi ci permettiamo solo di richiamare l'attenzione del lettore, perchè sono così rivelatrici della mentalità del Nigra, e danno, tutte insieme, la misura esatta delle sue qualità d'uomo di lettere e d'uomo di mondo, del suo squisito senso di opportunità, del suo sicuro buon gusto.
Si veda come corregge una evidente esagerazione in cui era caduto il suo segretario, e all'espressione dolorosa sorpresa, che poteva suo­nare anche come un appunto o un rimprovero, sostituisce l'unica parola rammarico, che è insieme più proprio, più dignitoso e gentile; come, quando c'è da compiere un atto di cortesia, sa estenderlo abil­mente a quanti di più è possibile (la gentilezza e le doti di V. E. e degli ufficiali della sua squadra); e come alla frase generica sa sempre sostituire quella appropriata, consacrata dall'uso (il governo della vostra graziosa Regina, invece che l'Inghilterra).
In fine, quando si tratta di qualificare il proprio Paese, lascia cadere il grande , adoperato dal suo segretario, e si contenta di chia­marlo unito e libero; non solo perchè, al momento, era evidentemente più opportuno (della identica frase s'era valso nel suo discorso il Gran Re), ma perchè, uomo di mondo e gran signore, doveva sapere che i vanti delle cose proprie, e della casa propria, stanno così male in bocca al padrone di casa.
Ma dove il temperamento di Costantino Nigra si manifesta nella sua pienezza, è in quel periodo, tutto di suo pugno, che zampilla a mezzo la lettera e, messe da parte le forme anodine e in terza per­sona, si rivolge direttamente, con quel vocativo personale, al suo inter­locutore: Io la prego Sig. Ammiraglio di far buona e sincera testi­monianza di noi presso il Governo e il popolo del Regno Unito, e di dire in quale stato di ordine e di tranquillità Ella ha lasciato questa bella città. Ella potrà soggiungere che qui, popolo e governo, non tendono che ad uno scopo, quello di organizzarsi fortemente e con ordine per essere in misura di affrontare ogni pericolo, di superare ogni ostacolo, nel fine di arrivare all'unità politica e alla completa indipendenza del proprio paese .
Qui, si può ben dire, il diplomatico ha preso la mano al Segre­tario di Stato della Luogotenenza di Napoli. Si presentava l'occasione di insinuare tra le battute d'una ordinaria conversazione, fra le righe