Rassegna storica del Risorgimento

UNGHERIA
anno <1935>   pagina <111>
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Appunti e Notizie 111
Se a noi piacesse risalire alle origini di questa amicizia, non si andrebbe tanto lontano nel tempo, ma considerando che la storia trae la sua ragione di essere, non solo dal tempo, ma da molti altri fattori, io credo, a parte l'ordine cronologico, poter . far risalire l'origine di questa spirituale unione, al giorno in cui, risvegliatisi i principi di nazionalità, queste due grandi nazioni furono dagli stessi ideali, accomunate nella lotta contro lo stesso governo. Come il dolore accomuna quanti soffrono per le stesse cause, ed eleva, e sospinge all'azione, onde ribellarci alle cause che generano questo umano soffrire, così era naturale che questi due popoli, fossero saldi in azione, per combattere il comune nemico: l'Austria. E per tale unità di azione era naturale che la storia dovesse registrare l'azione eroica di quanti ebbero la ventura di vivere in quel periodo fatidico del Risorgimento nostro. A questo periodo appartenne il colonnello ungherese Dunyov, del quale ebbi la fortuna di conoscere il nipote, che mi -apprese gli elementi per 'scrivere queste poche righe.
Stefano Dunyov, patriota ungherese, nel 1848 gettò la toga che aveva indos­sata con onore, nelle dispute giudiziarie, onde indossare, per amore, la divisa del soldato. Assunse il comando di un reggimento di Honvéds. Ferito presso i contrafforti di Petervàrad (Kàrlowitz), prigioniero, fu processato e condannato a morte, oltre alla confisca dei beni.
La ben tristemente nota paterna clemenza dell'imperatore commutò la pena di morte in quella di dieci anni di carcere. Sepolto nel carcere di Josephstàdt, in Boemia, conobbe là numerosi patrioti italiani, rei anch'essi di aver osato bramare l'indipendenza del proprio paese ; ed apprese le infamie che il governo dell'imperatore commetteva contro questa nostra terra arrisa dalla gloria e dal sole. E dopo otto anni di ferri, che furono ritenuti siifEcienti a soffocare i generosi impulsi di questo ribelle, fu rimesso in libertà, sotto, però, l'attenta vigilanza della polizia. In Budapest apprese della disfida del Piemonte all'Austria, e per i Carpazi, il Mar Nero, Costantinopoli, fu a Genova. Addetto quale colonnello di Stato Maggiore alla Legione Ungherese, dovette ben presto dolorare per quella pace di Villafranca, che sembrò soffocare d'un colpo le speranze di tutti gli Italiani.
Rimase ed attese. E quando Garibaldi allestiva la spedizione dei Mille, offerse la propria spada: a fianco d'un Eroe fu un eroe. Lo troviamo citato mille volte in quella impresa, lo troviamo all'espugnazione di Palermo, a Porta Termini, mentre un altro ungherese, il Tukory al Ponte dell'Ammiraglio, forzando l'ingresso della città cadeva ferito, lo troviamo all'ingresso di Messina a fianco del generale. Avuto incarico di addestrare un reggimento di picciotti, assolse al suo mandato con tanta cura, che per la bravura delle sue truppe, sperimentata nella trionfale marcia da Reggio a Napoli, fu preposto alla difesa di Maddaloni nella battaglia del Volturno, che conchiuse quella leggendaria impresa.
Delle alterne vicende di questa battaglia, molto si è detto, molto si è scritto, ma non è sufficientemente noto, come il colonnello Dunyov, abbia saputo per ben tre volte respingere, e per ben tre volte resistere, alla violenza dell'urto nemico, per­mettendo che nel frattempo il resto della 3a Brigata, giungesse a dar man forte per la difesa di quel baluardo. Nota Maxime Du Camp, nel suo volume Expédition des deux Siciles:
Le régiment qui servali de grande garde à Ponte della Valle, et que comnian- dait le colonel Dunyov, fut dècime; et c'est peut ètre à sa fermeté que l'on doit d'avoir pu se maintenir à Maddaloni, d'où a midi les royaux étaient définitivement expulsés .
E, per l'eroico modo di combattere del colonnello Dunyov, dice inoltre:
te Le colonel Dunyov reste au feu malgré une atroce blessure qui devait un mois t après nécessiter l'amputation de la jambe gauche ,