Rassegna storica del Risorgimento

CAGLIARI ; CONGRESSI STORICI
anno <1935>   pagina <129>
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Resoconto del XXII Congresso 129
Il Prìncipe di Piemonte risponde col saluto e col suo luminoso sorriso alle accia* inazioni deliranti del popolo. Presso l'ingresso principale del Palazzo del Comune prestano servizio d'onore i Marinaretti dell'O. N. B., ed una Compagnia d'Onore di Fanteria e Guardie di Finanza. Nell'atrio sono schierati i Vigili Urbani in alta tenuta, i mazzieri del Comune nelle loro brillanti uniformi ed i Giovani Fascisti.
Presso l'ingresso sono ad attendere il Principe S. E. il Presidente de Vecchi, S. E. Fedele, e l'aw. Endrich, operoso presidente del Comitato di Cagliari della nostra Società,
L'Augusto Principe viene ossequiato al suo ingresso dalle autorità, mentre la Guardia d'Onore rende il saluto e la folla dei duecento congressisti e degli invitati alla cerimonia inaugurale scoppia in un poderoso applauso che accompagna S. A. R. mentre si reca a visitare la Biblioteca ed i Musei del Comune.
Subito dopo il Principe fa il suo ingresso nel salone ove avrà luogo la seduta inau­gurale del Congresso, e prende posto di fronte allo scanno d'onore ove sono S. E. de Vecchi e i componenti la Consulta Centrale della Società.
Salutato da una grande acclamazione prende la parola S. E. il Presidente de Vecchi, il quale, spesso interrotto da applausi, pronuncia il suo vibrante discorso.
Altezza Reale, Signori,
La Società Nazionale per la Storia del Risorgimento Italiano è orgogliosa di inau­gurare anche questo secondo Congresso della sua vita fascista, XXII della Società, alla Vostra presenza, Augusto Principe Erede e nostro Generale, AlVorgoglio è unita una commozione viva perchè questa solennità avviene tosto di poi che un vagito ha portato un sorriso alla Reggia, alla Vostra Casa generatrice di storia, recandovi la ricchezza incompa­rabile della fecondità, il dono più prezioso di Dio agli uomini.
Vi assista il Cielo, Principe nostro, con la Vostra Augusta Consorte, con la Vostra creatura, con la Vostra fede e con la Vostra forza, perchè la catena di queste benedizioni sia lunga e la gloria di Savoia si perpetui incontaminata e gagliarda come nel passato millennio! La gloria di Savoia che splende più- viva che mai, senza macchia e senza paura in quest'ora torbida e tragica per VEuropa.
Non meno orgogliosi andiamo di avere data occasione con questo Congresso alla visita della Altezza Vostra alla Sardegna ospitale e fedele, dove si parla poco, si opera molto, si è tutti soldati, si sa morire.
Con Vostra Altezza Reale, cui VIsola è legata da oltre due secoli di storia, saluto la Sardegna con questa sua Cagliari, gemma del Mediterraneo e della Corona del Re, con le forti sorelle di Sassari e Nuoro, con le altre città, coi suoi vichi, coi suoi monti, coi suoi piani, col suo valore, con la sua storia testimone della più antica civiltà italica cono­sciuta. Saluto il Re Vittorioso, l'Augusta figura vivente della Patria, il più italiano, romano, saggio guerriero dei Re, Saluto il Duce, anima dell'Italia nuova, motore di ogni nostra azione, centro di vita, vessillifero di una civiltà nuova che ha sapore e potenza di Roma, unico faro di luce serena fra il buio del tradimento, della sedizione, del regicidio nell'Europa senza pace.
Coi vivi saluto i morti e li chiamo presenti: quelli più remoti del Risorgimento fino al Leone della sarda Caprera, e quelli più recenti della nostra guerra che ci hanno santi­ficate le mani col loro sangue quando li abbiamo composti piamente in sepoltura.
A Brescia, nel settembre dell'anno undicesimo del Regime e primo della nuova vita fascista della Società, esprimevo il rammarico dì non poter parlare di opere compiute, perchè avevo assunto allora il governo della istituzione nostra.
Dopo un anno, è di vero conforto di poter dare conto di fatti e più ancora della cer­tezza di averne altri da compiere, Per noi la sintesi del passato è sempre lievito del futuro.