Rassegna storica del Risorgimento

1836-1840 ; TOSCANA ; CENSURA ; GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno <1935>   pagina <138>
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138 Resoconto del XXII Congresso
Indi S. E. il Presidente ha aperta la discussione sul tema degli archivi ed ha dato la parola a S. E. il senatore Pietro Fedele, il quale ha ampiamente illustrato la sua relazione sugli archivi privati, già integralmente pubblicata a pp. 1169-1180 del citato fascicolo della Rassegna, al quale si rinvia. L'oratore è stato molto applaudito e vivamente complimentato.
S. E. il Presidente ha successivamente data la parola al sen. Salata, il quale, non essendo precedentemente presentata relazione iscritta, svolge ora ampiamente il tema a lui affidato dagli Archivi di Stato (v. il prossimo fascicolo di febbraio).
Ha quindi parlato sul tema generale il segretario generale della Società e segre­tario generale del Senato, gr. uff. Annibale Alberti, del quale riportiamo per intero la comunicazione.
Eccellenza, Camerati Congressisti,
Dopo le preziose, dotte ed esaurienti considerazioni esposte da S. E. Fedele per gli archivi privati e dal senatore Salata per gli archivi di Stato, sul grave problema che S. E, il conte de Vecchi di Val Cismon ha voluto opportunamente porre alVordine del giorno dei nostri lavori, chiedo di poter aggiungere poche osservazioni, alle quali mi studierò di dare sopratutto un contenuto pratico.
Mi propongo di trattare brevemente della questione degli archivi pubblici e privati sopratutto traendo norma dai luoghi dei quali ho maggiore conoscenza, e cioè da quelli in cui si conservano le splendide memorie di quella Repubblica di Venezia, che per nove secoli illuminò di sua saggezza il mondo e che fu degna erede di Roma.
Del resto io penso sia sempre caro ai nostri cuori un riavvicinamento ideale tra le terre di quest'isola sacra alla Patria e le terre venete che nella grande guerra vittoriosa videro sui campi insanguinati splendenti di superbo eroismo i fasti détta brigata Sassari.
Per buona ventura gli archivi pubblici del Veneto hanno la loro maggiore espres-sione nell'Archivio di Stato di Venezia, attualmente collocato nell'antico convento dei Frari. Mancherei di rispetto al Congresso se mi intrattenessi sulla importanza di tale archivio, che per la continuità del governo veneziano sulla Terraferma {per la Marca Trevigiana dal 1334 in poi, per il rimanente del Veneto e per la parte della Lombardia soggetta alla Dominante, dai primi decenni del 1400 in poi), per la estensione del dominio veneziano sulla sponda orientale, per la complessità e molteplicità fino dai più remoti tempi delle relazioni con gli altri Stati d'Europa, di Asia e di Africa, rappresenta ora l'archìvio oltre che della regione veneta propriamente detta, dell'Istria, détta Dalmazia, dell'Albania, détta Grecia: in una parola di tutto VOriente. Anzi se, per quanto si at­tiene agli Stati Occidentali, l'archivio dei Frari può considerarsi in molti casi integra­tivo détte fonti archivistiche conservate negli Stati stessi, per le terre balcanico-orientali, esso è la sola, esclusiva fonte archivistica, poiché nulla in luogo è stato conservato. Di ciò vi sono testimonianze recentissime, come la raccolta di documenti relativi alla storia medioevale détta Grecia, pubblicata a cura della Accademia di Atene, che è quasi inte­ramente formata di documenti tratti dall'Archivio di Stato di Venezia.
Nel quadro delle intensificate e cospicue relazion lira l'Italia e VOriente, è super­fluo dimostrare quale e quanta importanza abbia l'archivio dei Frari.
Di questo posso dire, per qualche conoscenza personale, che, data l'ampiezza e la molteplicità dei fondi., è tra i migliori come ordinamento e come conservazione. Lo at­testa la frequenza in esso di studiosi di ogni parte del mondo. E credo di poter aggiun­gere che il nostro illustre Presidente, in una sua recente visita, sia stato sufficientemente soddisfatto.
Anche per l'archivio dei Frari si presentano tuttavia necessità di riordinamento e di riattamento di locali, si richiedono provvedimenti di personale, si invoca che possa presto il bilancia détto Stato essere in condizioni di fornire maggiori mezzi, che valgano a rendere agevoli lo studio e la illustrazione, e quindi la conoscenza, dell'opera secolare