Rassegna storica del Risorgimento
1836-1840 ; TOSCANA ; CENSURA ; GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
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1935
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140
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140 Resoconto del XXII Congresso
Sembrerebbe opportuno stabilire, almeno in linea di massima, che nelle istituzioni dove le collezioni e i fondi archivistici hanno importanza riconosciuta, almeno alla custodia di tali archivi, fosse posta persona competente che di essi si occupasse esclusivamente. Altrettanto dicasi per i fondi custoditi dagli enti ecclesiastici.
Se invece i fondi o le collezioni archivistiche siano di molto relativa o anche di meno clamorosa importanza, è da auspicare un'opera assidua dello Stato attraverso il direttore dell'archivio di Stato del luogo per convincere gli enti pubblici o privati a passare i fondi degli archivi minori all'archivio di Stato stesso, o per più recenti periodi agli archivi del Risorgimento.
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Il problema degli archivi privati si presenta anche per il Veneto di grande interesse e desta urgenti preoccupazioni perchè pure in quelle provincie, in seguito a numerosi e rapidi mutamenti di fortune famigliari, sovrasta il pericolo della distruzione o della dispersione degli archivi stessi.
Tale problema offre analogia, ma non identità, con quello delle collezioni d'arte private e delle biblioteche, soggette rispettivamente alla tutela delle Sovraintendenze alle Belle Arti e delle Sovraintendenze bibliografiche regionali, per cui parrebbe, a prima vista, facile Vapplicazione in mancanza, fino ad ora, di precise norme di diritto positivo, del-Vestensione analogica, ove occorra impedire la menomazione o la distruzione del pat monio culturale rappresentato dagli archivi in parola. Nella realtà, la condizione degli archivi privati offre punti di differenza notevole rispetto alle collezioni artistiche e alle biblioteche e questi influiscono anche notevolmente sulla possibilità pratica di una valida tutela da parte degli organi statali competenti. Difatti, mentre la collezione artistica è nella generalità dei casi facilmente accessibile e quindi elencabile e catalogabile agli effetti dei vincoli di legge, perchè, pur formando parte di un patrimonio famigliare, costituisce una entità visibile, spesso ostentata, come avviene anche delle biblioteche e di altre collezioni analoghe, gli archivi privati famigliari, per la loro intima connessione con le vicende dei casati, per il carattere spesso riservato e geloso delle carte che contengono, per il fatto di racchiudere frequentemente i fondamenti di diritti patrimoniali costituiti, ecc., non godono di quella pubblicità e notorietà che è propria delle raccolte Sarte. Avviene anzi che le famiglie, le quali si sono dimostrate, di generazione in generazione, compiacenti nel mettere a disposizione del pubblico i loro tesori d'arte, si siano racchiuse e si racchiudano tuttora nel più geloso riserbo per quanto riguarda i loro archivi privati. Riserbo che sarebbe encomiàbilissimo almeno sotto Vaspetto della conservazione degli archivi, ma che pu rtroppo, abbastanza spesso, si è rivelato come un comodo sistema per nascondere la interessata dispersione o vendita degli archivi stessi.
L'argomento è stato trattato magistralmente dalla esperienza e dalla saviezza di S. E. Pietro Fedele. Vorrei soltanto aggiungere qualche breve considerazione. JE necessario e vorrei dire anche urgente, compatibilmente con le difficoltà finanziarie, porre mano ad una statistica anche sommaria degli archivi italiani privati che manca del tutto e che offrirebbe la base per una valutazione, anche puramente panoramica di questo materiale ignoto o mal noto, A questo primo lavoro seguirebbe poi l'opera di rifinimento, che dovrebbe consistere nella catalogazione sistematica, compiuta nelVambito delle singole sovraintendenze archivistiche, dei principali fondi di carte private. Questa servirebbe di base alle notificazioni vincolate, in analogia a quanto è adottato per le collezioni artistiche o bibliografiche. Le difficoltà per i fondi archivistici sono maggiori, ma non è questa una ragione per non avviare il problema ad una soluzione.
E poi necessario che le sovraintendenze ' archivistiche svolgano opera persuasiva presso i possessori di gruppi di documenti famigliari, che offrano interesse storico, per il deposito, o il dono o eventualmente l'acquisto da parte degli archivi pubblici, Più facilmente accettabile per le famiglie, che desiderano disfarsi degli archivi anche per