Rassegna storica del Risorgimento
1836-1840 ; TOSCANA ; CENSURA ; GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
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1935
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142
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142 Resoconto del XXII Congresso
un carattere storico, significa affidar loro una funzione che esorbita dalle mansioni ordinarie, obbligarli a lavori ai quali, per preparazione e abitudini di vita, debbono sentirsi meno adatti. Jl danno che da queste condizioni di cose può derivare è evidente. Dì*altra parte è assiomatico che le antiche schede dei notai, le quali offrono non poche difficoltà per la interpretazione dei caratteri, possono più vantaggiosamente essere affidate agli uffici che della paleografia fanno materia di programma di studio e abitudine di lavoro*
Sebbene negli esami di concorso agli impieghi degli archivi notarili si sia dato posto, nei programmi, anche alla paleografia, diplomatica e scienza archivistica, per quanto in forma instabile e vaga, è noto che nella esplicazione pratica delle funzioni non è lasciato tempo a quegli impiegati di coltivare o applicare gli insegnamenti di tali discipline.
Provvidamente il regolamento formato per Vesecuzione della legge del 25 maggio 1879, sul riordinamento del notariato, alVarticolo 149, tra le disposizioni transitorie, stabilì la regola che gli archivi notarili dovessero versare agli archivi di Stato gli atti anteriori auultimo cinquantennio e sólo eccezionalmente, dietro autorizzazione del guardasigilli, consentiva che conservassero gli atti di uno o più decenni anteriori al cinquantennio.
E noto che tale norma fu generalmente negletta e solo alcuni archivi notarili versarono i loro atti anteriori al 1830 agli archivi di Stato della rispettiva circoscrizione. Forse, a riconoscimento di questo stato di fatto, Varticolo 108 del regolamento 10 settembre 1914, emanato per Vesecuzione della legge 16 febbraio 1913, n. 89, sull'ordinamento del notariato, ha fatto della norma generale del regolamento del 1879 una eccezione, tacitamente considerando come regola la conservazione anche degli atti anteriori al cinquantennio negli archivi notarili ed esplicitamente stabilendo che, in caso di riconosciuto bisogno e sempre quando fossero cessati i diritti di partecipazione del notaio ai proventi degli atti, se ne possa eseguire il versamento negli archivi di Stato.
È anche noto che i diritti di partecipazione (articolo 113 della legge 16 febbraio 1913) furono aboliti con Varticolo 16 del Regio decreto-legge 31 dicembre 1923, n. 3138, e la questione, da questo punto di vista, è resa più semplice. Intanto, in generale, grande è il disagio degli archivi notarili per Vagglomerarnento di schede antiche, per l'amministrazione delle .quali quei funzionari non hanno né tempo né modo di spendere alcuna parte della loro attività.
Provvedere al coordinamento appare possibile e semplice.
Basta fissare per legge la norma auspicata or ora dal senatore Salata che, dopo un determinato numero di anni, debbano gli atti degli archivi notarili essere passati agli archivi di Stato, che più agevolmente e con maggior vantaggio del pubblico, possono conservarli ed amministrarli.
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Ho finito.
Jl nostro illustre Presidente ha portato anche negli studi storici come nella guerra, come nella Rivoluzione Fascista, come in tutti gli altissimi uffici da Lui assunti, un possente spirito innovatore, alimentato da una tradizionale, ardente passione patriottica.
Noi siamo certi che, auspice il Duce, profondamente sensibile a ogni questione per la quale possano essere esaltate VItalia e la sua storia pia gloriosa, il problema degli archivi, problema vitale per i nostri studi, problema degno del tempo Fascista, sarà avviato da S. E. il conte De Vecchi di Val Cismon a quella soluzione che è nei nostri voti e nei nostri auspici.
Sul tema degli archivi hanno successivamente presa la parola il prof. B. Motzo, il prof. lappi e il prof. A. Colombo, direttore del Museo del Risorgimento di Torino, il quale ha ampiamente e vivacemente illustrato diversi aspetti dei problemi teorici e pratici relativi agli archivi privati.
Hanno replicato sull'argomento S. E. il Presidente ed il senatore Fedele, il quale ha trattato anche degli archivi ecclesiastici, il senatore Salata ed il prof. Antonio Monti, Direttore del Museo del Risorgimento e dell'Archivio della Guerra italo-au-