Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI
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1935
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158
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Francesco Salata
gloriosi nostri istituti ci concedeva di fare in Palazzo Venezia, accettando lui, il Duce, di offrire con le sue mani al Nestore degli Archivi di Stato i due volumi che, attestando proprio il valore degli Archivi e dei loro funzionari, erano come un atto di fede e un segno di volontà.
Da quel giorno, da quel gesto concedetemi di ignorare oggi altre fasi della nostra battaglia, per non aver l'aria d'inveire contro i morti, la causa fu vinta. H Capo, memore dell'interesse che porta anche più di Cavour e più di Bi-smarck, due altri grandi protettori degli Archivi di Stato a questi nostri istituti, ruppe gli indugi. E fedele alle assicurazioni date precedentemente, di cui certa burocrazia si era affannata a ritardare la pratica attuazione, accoglieva, subito dopo, il nostro appello di Brescia che era anche una designazione, concentrando in un Commissario straordinario per gli Archivi del Regno, alla diretta sua dipendenza, i pieni poteri, dapprima consultivi, ma in parte già fin da ora anche esecutivi, per la integrale, sistematica, organicamente graduale riforma di questa gestione. S'era invocato, dopo la morte di Paolo Boselli, una dittatura per gli Archivi . Siamo chiamati a dare al dittatore ogni elemento che la nostra passione e la nostra esperienza ci forniscano per il compimento di quella che si è voluta chiamare anche la bonifica integrale e obbligatoria del patrimonio archivistico nazionale, contro ogni pigrizia e ogni inettitudine.
In un congresso come il nostro si può e deve presumere conosciuta la situazione. Ne chiederete a me di ripetere qui ciò che ho detto altrove, sino a riuscir forse talvolta importuno.2)
i) Comunicato Stefani sulla consegna fatta a Palazzo Venezia dallo stesso Capo del Governo, il 7 aprile 1933 dei due volumi miscellanei : Ad Alessandro Luxìo, gli Archivi di Stato (Firenze, 1933), con i discorsi del Senatore Salata, presidente del Comitato promotore, del festeggiato e le alte parole di riconoscimento del Duce.
2) Discorso al Senato del Regno, tornata del 18 marzo 1930 e discorsi annuali quale presidente della Reale Deputazione di Storia Patria per le Venezie.