Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA (1849) ; CHECCHETELLI GIUSEPPE
anno <1916>   pagina <199>
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L'alilo dei patriòti 19
dell coscienza giudice suprema e inappellabile delle azioni del­l'nomo.
* Oogli spiriti eletti, vivi nella pace dei giusti e raccogli in un mondo migliore il premio clie Iddio accorda senza fello alla virtù. Noi siamo fieri di poter dire: fummo amici del Ohecchetelli, 6 contribuimmo con lui per quanto le nostre povere forze il com­portavano alla redenzione di Roma .
Parlò da ultimo il cav. Quirino Leoni con il seguente discorso :
A quanto altri dissero del nostro amico, parlando delle sue
civili e personali virtù, del suo carattere e delle opere sue, io se
mi è permesso, vorrei aggiungere una breve parola, ed è, sul cuore
di lui.
Naturale alterezza, forse una morbosa tendenza e più di tatto la continuata- vita del cospiratore, la quale dando esperienza di tante altrui viltà, mancamenti, e indebite pretese, finisce per generare un quasi abituale dispregio degli uomini, fecero sì, ch'egli si pi­gliasse la tacciai di ritroso e selvatico, e talora di poco curante degli altri. La taccia in apparenza era vera, e in cagione eziandio di malintesi, di equivoci e di qualche passeggera nube anche coi suoi amici più cari. Era però apparenza e null'altro: se si discenda nel suo cuore, e si conoscano alcuni fatti si troverà ch'egli amò sinceramente e vivamente gli amici suoi personali e politici, a certuni si dedicò forse troppo ; spesso curò i loro interessi, anche quando la condizione sociale di taluni era per grado o per ricchezza immensamente superiore alla sua; li aiutò e li sovvenne a scapito eziandìo degli interessi propri e dei propri scarsissimi mezzi. Tutti sanno che egli fa costantemente povero, e visse magramente col lavoro della sua penna; eppure più volte gli venne offerto un qualche impiego da assicurargli modesta si, ma sicura esistenza; ebbene, esso più volte dette l'esempio di ricusarlo pur di surro­gare a se stesso un amico. Ed uno di questi esempi, o Signori, sono io medesimo: il posto ohe da ormai 24 anni ricopro, lo devo a Lui, al quale fu primamente offerto, e ch'egli generosamente volle fosse invece a me conferito : e fu dono capitale per me, a cui, mancando allora là citta nostra d'ogni risorsa, a nulla servivano gli studi fatti, e non sapevo dove dar di capo per procacciarmi la vita. Sono lieto, o Signori, sono assai lieto di poter qui pubblicare, e confessare il grande obbligo che ho avuto a Giuseppe Ohecchetelli