Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; ESERCITO
anno <1935>   pagina <201>
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Corpi franchi del Quarantotto 201
Ora non posso dirti che sia di Bevilacqua e di Montagnana, perchè non ne abbiamo ancora notizie certe, so tuttavia che sul far del giorno una forte colonna di cavalleria si mise per la via di San Salvaro in quella della nostra ritirata, nel mentre che un distaccamento di fanti con arti­glieria muoveva contro il castello.
Noi ora siamo diretti per Treviso onde agire sotto Ferrari !
Si vorrebbe che partissimo oggi, ma la truppa è in cattiva condizione di abbigliamento. Non ti posso parlare né di Durando né di altro perchè non ho tempo ma tu pensi, pensi, pensi e vedi anzi più in là di me, dunque parla ed opera di conseguenza.
Addio, sta sano.
Rinaldo.
* * *
Sul Piave - Se fino al 22 aprile YAlto Reno aveva agito da solo in una impresa quanto mai avventurosa e con pericolo di cattura e di annientamento, da quel giorno, in Padova, innestò la sua azione instancabile in quella, più vasta e coor­dinata, della difesa del Piave, a cui attendeva il generale Alberto Della Marmora. Questi, inviato dal Governo Sardo a quello Veneto per organizzare i corpi dei volontari, dopo aver avuto a Bologna un colloquio con Durando e D'Azeglio, il 14 aprile giunse in Venezia ed ebbe incarico di rannodare i Crociati e i corpi franchi sparsi per il Veneto e di guidarne proficuamente l'azione, mentre l'esercito pontificio (Divisioni Durando e Ferrari) si veniva concentrando a sud del Po.
Una grave minaccia si addensava sul Friuli: Udine e Palmanova erano esposte agli attacchi dell'esercito del Nu-gent; né il Della Marmora potè improvvisare una seria difesa del Tagliamento con le milizie trevisane del colonnello Gretti e del maggiore Galateo, le quali tuttavia riuscirono il 23 aprile a incendiare le impalcate del ponte e a ritardare così l'avan­zata austriaca. Nuli'altro restava che retrocedere al Piave e tentarne la difesa.
i) C. FABRIS, op. cit.t II, 274.