Rassegna storica del Risorgimento
ISTRUZIONE PUBBLICA ; LOMBARDO-VENETO
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1935
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210
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210
Giovanni Natali
Questa protesta è a parer mìo giustissima, e degna dei bravi volontari che la stesero.
Per circostanze affatto indipendenti dalla mia volontà ed amaris-sime in questi momenti ad un vecchio soldato, dovetti, come Ella ben sa, fin dal giorno 6 del corrente, cedere al Generale Pontificio Msc. Guidoni il comando delle truppe stanziate lungo il basso Piave, destinate allora a tutelare i vari passi del fiume ed a coprire la città di Treviso. Fra queste truppe io annoverava con somma soddisfazione e direi con orgoglio, i Cacciatori Volontari dell'Alto Reno, i quali da Lei così degnamente e valorosamente guidati e collocati in uno dei punti più esposti e più importanti, furono, lo posso dire francamente, per gli altri corpi oggetto di lodevolissima emulazione.
Non posso io assente fare parola della loro condotta nel giorno 11, quantunque essa sia riconosciuta ed apprezzata da tutti.
Ma quel che Le debbo dire e che La prego, Signor Colonnello, di manifestare a tutti i suoi bravi volontari, si è che in quei pochi giorni che ebbi l'onore di averli sotto i miei ordini, la mia vecchia esperienza delle cose militari e delle persone mi pose in grado (almeno al creder mio) di valutarli giustamente e di fare sì che tenevo il Battaglione dei Cacciatori Volontari dell'Alto Reno come uno dei più distinti corpi fra quelli che mi furono affidati, e che la mia fiducia in essi era illimitata. Mi trovo fortunato che l'occasione siasi presentata di manifestarle questi miei sensi, che sono sincerissimi, come pure quelli coi quali ho l'onore di rassegnarmi, Signor Colonnello,
H Generale Alberto Della Marmora.
La situazione militare era gravissima per la dissoluzione di alcuni corpi della Divisione Ferrari, per gli screzi intercorsi fra il Durando e il Ferrari che si palleggiavano le responsabilità degli insuccessi patiti. Tra i capi dei corpi franchi, nei quali militavano molti elementi repubblicani e mazziniani, sorse l'idea di riordinarli e di formare un Consiglio Militare presso il Comando generale dei Corpi franchi che risiedesse in Treviso e servisse di collegamento fra tali milizie e il Governo veneto e portasse alla costituzione di un vero esercito democratico. Daniele Manin approvò il progetto. Del Consiglio