Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECHE ; CAGLIARI
anno <1935>   pagina <239>
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La Biblioteca Universitaria di Cagliari 239
Maria Teresa d'AustriaEste, regina di Sardegna che, come è noto, dimorò nella capitale dell'Isola, dal 1806 al 1815:1' accennata memoria, di contenuto ecclesiastico, è appunto di questo ultimo anno (C. B., P. XTV, 4,1 bis, 6 bis, n. 12).
1815-1870.
Più numerosi ancora e più importanti sono i manoscritti di questo terzo ed ultimo periodo: primi, in ordine di tempo, si presentano gli <c Atti originali dei processi a carico di diversi individui di Sant'Antioco contro alcuni convassalli dello stesso luogo che, in seguito alla ritirata del Barbareschi nel 1816, praticarono un secondo spoglio in buona parte della Sardegna (ms. 383, 72).x> Seguono tre lettere di Carlo Felice, duca del Genevese, a un vescovo per rallegrarsi della sua assunzione al governo della diocesi (a. 1819) e per raccomandarsi alle sue preghiere (a. 1821) e a un amico per confidargli varie notizie (a. 1819);2* tre lettere di Maria Teresa di Savoia, indirizzate forse allo stesso vescovo, per rac­comandargli un orfano suo protetto e per ringraziarlo della pastorale pubblicata in morte del di lei marito (ms. 382, nn. 2628 e nn. 41-43); la collezione di stampe relative alla rivoluzione costituzionale del 1821 in Piemonte e ad altri avvenimenti politici d'Italia (C. B., P. XII, G. 4, 1 bis, 5); l'elogio funebre di re Vittorio Emanuele I, recitato nella chiesa cattedrale di Oristano il 4 marzo 1824 dal canonico Antonio Raimondo Tore, vicario capitolare della Diocesi (è forse l'abbozzo originale con qualche correzione e molte cancellature) (G. 4, 1 bis, 6 ter); le Notizie dello stato della Sardegna date dopo il 1826 (C. B., Ap­pendice, P. I, 1, S. P. 6 bis, 1) che hanno carattere bibliografico, cioè che trattano di opere a stampa di contenuto storico sardo, la copia della supplica al Re, dei teologi dell'università di Torino, a pro­posito della rimozione della cattedra dell'abate Gio. Maria Dettori, forse scritta dal Gioberti, suo discepolo (C. B., P. XIV, G. 4, 1 bis,
1) Alla metà di ottobre del 1815, come è noto, oltre un migliaio di Tunisini, di nottetempo, sbarcarono nell'isola di Sant'Antioco, ponendo a Bacco le case e gli abitanti: gli uomini validi, messi in salvo i fanciulli, i vecchi e le donne, si chiusero in un fortilizio, e, sotto il comando dell'ufficiale di artiglieria Elìsio Melis Alagna, opposero una lunga disperata resistenza agli assalitori. Alla fine, più di 125 furono fatti schiavi : il Melis stesso morì combattendo. Cfr. P. MASTINI, Storia delle invasioni degli Arabi e dette piraterie dei Barbareschi in Sardegna, Cagliari, Tip. di A. Timon, 1860, pp. 260-261.
2) Gli scriveva,fra l'altro: INous sommes toujours mal avec le grand homme, malgré Ics mouvements inutiles eroe se donne le petit homme son ancien mentor pour nous accomoder... 9.