Rassegna storica del Risorgimento
ERITREA ; COLONIE
anno
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1935
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pagina
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249
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Di uno sconosciuto opuscolo attribuito a G. Galletti 249
come conseguenza, si riscalda e corre alla vendetta. La pagina che riguarda, il Rossi merita d'essere tutta riportata, per dimostrare a che cosa possa condurre Podio di parte.
... quando parlo del Ministero parlo di Bossi, perchè gli altri sono accidentalità senza forza, senza influenza, senza potere reale e morale. E buona gente avvinta al carro del furbo orgoglioso che li domina, ma che non ha un proprio volere, e che non sa o non può opporglisi. Chi sia Rossi lo sa Italia, lo sa Svizzera, lo sa Francia: egli non fa mai Italiano che per ambizione: fu Svizzero per bisogno; fu Francese, o per meglio dire, Guizzotiano e Filippista per simpatia, per tendenze, e per orgoglio. Il suo ingegno è in lui un'arma per nuocere, non per aiutare: gli è un gradino per salire, non un mezzo per favorire la sua terra che egli rinnegò, ed a cui ora fece ritorno con seconda apostasia, solo perchè Francia lo respinse e non gli lasciò più speranza di guadagno, più spazio al suo orgoglio ed alla sua ambizione, uniche passioni ohe governarono sempre gli atti di sua vita. Non vedete come i giornali a lui devoti si studiano a pubblicare la sua intrinsichezza col Pontefice, i pranzi, l'accordo suo mirabile coi vecchi bacalari di quella Corte corrotta, a celebrare la sua rara armonia colla Camerilla che avvince il Papa al partito nemico d'Italia? Ecco le sue glorie, ecco le sue imprese, ecco i suoi lineamenti che egli neppure dissimula. Ma a che parlare di ciò che è evidente per chi non sia cieco? .
Al Ministero del Rossi, che taccia di poca italianità, perchè, come il Pontefice, non vuole e non dichiara la guerra all'Austria, contrappone
<t i passati Ministeri che professavano principii Itali anissimi (qui è chiarissimo che autore dell'opuscolo non può essere che il Galletti), che osavano dirgli (al Pontefice) il vero, che non temevano di contrastargli quando il dovere lo comandasse loro, perchè non agognavano al potere e non vi erano per ambizione, ma per servire al loro paese giammai rinnegato, oh pensate se avrà volere o coraggio di eccitarlo alla guerra, e se saprà farlo il Ministero Rossi sì devoto al Pontefice, sì tenero per la sua Camerilla, si apertamente seguace della politica in cui il Pontefice avviossi dopo il 29 aprile, Lo scolaro di Guizot (già Generale dell'aristocrazia cittadina in Francia e che non lo fa dell'aristocrazia de* nobili, solo perchè non era nobile) che si comprò la Parìa eoi deridere il popolo, e col sostenere il dispotismo inorpellato di Luigi Filippo, non sarà mai favoreggiatore di una indipendenza voluta dal popolo, che favorisce il popolo, e che allarga i mezzi di schiacciare ogni maniera di dispotismo .
Queste ultime parole mi paiono particolarmente gravi, perchè pongono chiaramente i due fronti del giorno 15 novembre: da un Iato, secondo l'opuscolo, il derisore del popolo, il sostenitore del dispotismo, anzi il despota in persona, giacché, Pio IX è Italiano nel suo cuore, ma egli fu debole, è debole e sarà sempre debole, e di questa debolezza ben seppero astutamente profittare coi loro grandi mezzi l'Austria e il combattuto, ma non vinto concistoro de' perfidi Gesuiti nemici d'Italia e d'ogni avanzamento sociale ; dall' altro lato, il popolo,