Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE)
anno
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1935
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pagina
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261
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I verbali delle sedute dell'ultimo Consiglio ecc. 261
dittatore, e speravano di entrare arditamente mallevadori dei loro propri consigli verso il dittatore medesimo e verso il paese in cui risiede la più eminente sovranità. Con grande dolore dell'animo loro e sotto l'imminente pericolo di cadere nella peggiore delle anarchie, in quella cioè del governo medesimo, i sottoscritti furono finora testimoni di atti che farebbero argomentare di essere altra la via che vuol tenersi nell'attuale temporaneo governo di questa parte d'Italia. Nelle Provincie furono sostituiti governatori, i quali, col diminuire le imposte, col nominare impiegati e col prendere altri provvedimenti, che in Napoli non potrebbero essere presi che dal dittatore, operano come se fossero superiori al ministero e pari in giurisdizione al dittatore medesimo. Il ministero quindi propose istruzioni per frenare questo arbitrio; ma non vennero ancora sancite. Propose nomine di governatori, ma non vennero accolte. Aggiungasi che, mentre altrove i ministri sottoscrivono gli atti che essi propongono, in Napoli solamente i decreti dittatoriali escono senza portare alcun segno che distingua quelli i quali furono realmente proposti dal ministero. Sicché né il pubblico sa di quali atti rendere responsabili i ministri, né il dittatore di quali consigli chiamarli a sindacato, né infine essi medesimi sanno più ritrovare in tal procedere il modo di conservare illeso quel rispetto che pur debbono alla propria dignità personale, quando all'universale pare che essi temessero di svelarsi ai loro concittadini, consiglieri degli atti del Governo. Partiti, avversi più o meno alla forinola gloriosa con la quale s'intitolano quegli atti, si agitano; ed il Ministero, composto di nomi che qui nel loro paese sono, dopo la profonda ed immutabile fede nostra, una garentia così nelle grandi come nelle piccole cose che quella forinola sarà sacrosantamente rispettata, sente l'impotenza di concorrere con efficacia a reprimere le più o meno aperte macchinazioni, se gli sono spezzati nelle mani i fili dell'amministrazione. Le finanze non possono rispondere dell'entrate, se queste vengono alterate senza che il dittatore decreti, e che il ministero proponga di farlo; né rispondere delle spese, se al modo medesimo vengono creati impieghi ed ordinate opere dispendiose .*)
In effetti, nelle sedute del 10 e dell'11 settembre, il Ministero proclamò il proprio diritto di trattare per tutti gli unici degli alti funzionari, stabilì di formare la Guardia nazionale e di procedere all'arruolamento del nuovo esercito, affidò al De Cesare il compito di
1) La lettera è ripubblicata dal GUARDIOLE, H Dominio dei Borboni in Sicilia, II, pp. 568-69.