Rassegna storica del Risorgimento
DALLOLIO ALBERTO
anno
<
1935
>
pagina
<
293
>
APPUNTI E NOTIZIE
ALBERTO DALLOLIO
La mattina del 17 gennaio BÌ è spento serenamente in Bologna, tra l'universale compianto, nella grave età di 83 anni il Senatore Alberto Dallolio eletta e popolare figura di patriota, di studioso, di gentiluomo, nel quale i Bolognesi sopra gli altri veneravano un simbolo vivente della vecchia generazione. Colui che nobilmente ricollegava all'Italia rinnovata dal Fascismo la più insigne schiera dei pensosi e solerti epigoni del Risorgimento.
Era nato il 28 gennaio del 1852 ed era cresciuto in una atmosfera di schietto liberalismo, sotto 1' occhio vigile del padre cav. Cesare, che nel 1859 fu tra i rappresentanti del popolo nella Assemblea delle Romagne, e le cure affettuose della madre stretta congiunta di Carlo Berti Pichat, uno dei più puri e distinti capi del liberalismo bolognese.
Laureatosi in giurisprudenza il Dallolio entrò assai per tempo nella via delle cariche amministrative, come Consigliere e Sindaco di Pianoro, indi come Consigliere del Comune di Bologna e Assessore alla Pubblica Istruzione nella amministrazione moderata presieduta dal Senatore Tacconi. Al fianco, e sotto la guida, di Marco Minghetti, che lo ebbe assai caro, partecipò a quella <r Associazione costituzionale delle Romagne , nella quale le giovani forze del partito liberale moderato fecero le loro prime feconde esperienze, temprandosi agli esempi ed alle tradizioni della Destra storica e prese viva parte ai dibattiti politici del tempo con un acuto studio, del 1887, sulla rappresentanza proporzionale.
Nel 1892 fa eletto Sindaco di Bologna e per un ventennio diresse con sapiente autorità e decoro Famministrazione civica, lasciando tracce imperiture dell'opera sua lungimirante, che a taluni sembrava avventata e inopportuna; e basti qui ricordare l'allargamento della cinta daziaria e la convenzione universitaria, prodromi luminosi e fecondi dello sviluppo demografico ed economico e dell'incremento culturale della città nei futuri decenni. Ritiratosi poi dalle fervide battaglie amniinistrative ai primi accenni dell'avanzata demosocialista, che indusse i moderati ad allearsi col partito clericale, accettò bensì l'ufficio di Presidente del Consiglio Provinciale e lo resse per parecchie sessioni, profondendo la sua vasta dottrina a beneficio degli enti tutelati da quella amministrazione.
Il 3 giugno del 1903 fu nominato Senatore e nella Camera Alta fu assiduo ed ascol-tatissimo, quando, in più occasioni, con grande chiarezza ed acume prospettava ardue questioni in varia materia, specialmente finanziaria ed economica, secondo le sue predilezioni. Ebbe cultura varia e geniale, a preferenza di letteratura e di storia, e fu amico di letterati e poeti, segnatamente di Giosuè Carducci, che lo teneva amico carissimo e che ebbe da lui valido aiuto nel curare l'edizione zanichelliana delle sue Prose. Libero dalle gravi cure sindacali il Dallolio non oziò, anzi dedicò il suo riposo agli studi di storia patria e con vera passione si diede per alcuni anni a frequentare assiduamente l'Archivio di Stato e l'Archivio del Museo del Risorgimento, dove consultò e trascrisse di sua mano centinaia di documenti specialmente relativi al 1848 e al periodo 1859-1861, che gli servirono per comporre alcune pregevoli opere. E pubblicò numerosi saggi del suo infaticabile studio, tra i quali sono degni di memoria H carteggio fra Mona. GrasselUni e il Marchese De Buoi, notevole illustrazione dei tempi della restaurazione pontificia dopo il '49; I Bolognesi nella spedizione dei Mille, contributo importante perla conoscenza del proficuo lavoro e delle vicende della Società Nazionale Italiana; e sopra tutto La difesa di Venezia nel carteggio fra Augusto Aglébert e Carlo Berti Pichat, nelle cui annotazioni il chiaro autore stipò una miniera di dati biografici,