Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA
anno <1935>   pagina <295>
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Appunti e notizie 295
H Duce lia disposto perchè l'importante cimelio venga conservato nel Museo Nazionale del Risorgimento, che verrà inaugurato in Roma il 24 maggio-XIII. In ottemperanza alle disposizioni del Duce la bandiera stessa il 16 gennaio u - s. è stata consegnata, per il tramite del Ministero dell'Educazione Nazionale, alla Direzione del costituendo Museo.
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CIMELI DI DON GIOVANNI VERITÀ. In un articolo del Resto del Car­lino del 28 novembre 1934-XIII (Don Giovanni Verità. Ignorati i preziosi cimeli) G. M. illustra alcuni ricordi del sacerdote patriota e ne trae motivo a rievocare la bella figura del più celebre tra i salvatori del futuro Duce dei Mille, nella tragica estate del 1849 . I cimeli di cui parla l'articolo sono conservati presso il dottore Arnaldo Amaducci in Bologna.
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A PROPOSITO DI PUBBLICAZIONI POPOLARI. Il prof. Giovanni Maioli, facendo nel fascicolo VI del 1934 la recensione della bell'opera di CESARE SPELLANZON, Storia del Risorgimento e dell'Unità d'Italia , che l'editore Rizzoli viene pubbli­cando da due anni a Milano, si dichiara recisamente contrario ad un preventivo controllo sulle pubblicazioni popolari a dispense. Si veda quanto io scrivevo a p. 629 della Rassegna Storica , associandomi alla proposta dell'egregio consocio prof. Guido Vicenzoni. Il prof. Maioli a sua volta scrive : Mi dichiaro recisamente contrario, in linea di massima, ad un preventivo controllo su dette pubblicazioni. Ritengo che la massima libertà, in certe materie, torni sempre a bene e quasi mai a male. Giacché, se escono pubblicazioni a dispense, indecorose, con testo cucito, spesso alla bene e meglio, ed in deciso contrasto con i risultati della critica storica, tali pubbli­cazioni non. potranno avere larga e duratura fortuna : cadranno da sé, come tutte le cose mancanti di consistenza, di serietà e di decoro. Cadranno, soprattutto, quando ci siano altre pubblicazioni del genere, le quali prendano sulle meno degne, o sulle indegne, quel vantaggio che finiscono sempre per prendere le cose buone sulle cose meno buone, o addirittura cattive. Quindi, io non mi prenderei eccessivo affanno per tale argomento, lasciando alla gara ed all'emulazione di contrastarsi il campo dei lettori.
Dopo tali considerazioni, il lettore si meraviglia certamente di vedere il mio cortese e amichevole contradditore concludere con queste parole: Il controllo pre­ventivo, una specie di imprimatur su quanto dovrà ancora essere fatto, non mi pare cosa né buona né pratica. Caso mai, suggerirei un altro mezzo: essere vigili su quanto si pubblica intorno al Risorgimento, e dar lode, incoraggiamento, favore di propaganda e agevolazioni a chi fa bene; trascurare chi non fa bene, e, se occorre, impedire che venga sparso, o peggio inoculato veleno, nelle menti e nei cuori dei semplici o dei meno esperti, a mezzo di non buone e non lodevoli pubblicazioni .
In sostanza, dunque, il Maioli ed io non siamo molto lontani nelle nostre idee, anzi, potrei dire che siamo perfettamente d'accordo, se l'impedire che venga sparso, o, peggio inoculato veleno nelle menti e nei cuori dei semplici o dei meno esperti significa, come è logico, l'adottare anche provvedimenti atti ad impsdire la diffusione delle pubblicazioni popolari perniciose. Io, in omaggio al principio che prevenire il male è sempre più facile e più utile che reprimerlo, avevo aderito all'idea di un controllo storico preventivo (che integrerebbe il già esistente controllo politico), da farsi naturalmente sulle bozze, in modo da impedirne la stampa, e, afortiori, la diffusione.. A me sembra che l'indirizzo, imperante prima dell'avvento del Fascismo, di lasciare a ciascuno la libertà di scrivere ciò che gli talenta, sia da considerarsi come sorpassato, essendo un indirizzo deleterio in linea morale, tanto più quando il male vien diffuso tra il popolo il quale è facile ad essere influenzato e fuorviato da pubblicazioni che deformino la verità storica. In ogni modo la conclusione del Maioli é in aperto