Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA
anno <1935>   pagina <296>
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Appunti e notizie
contrasto con la sua recisa contrarietà ad un preventivo controllo delle pubblicazioni storiche a dispense, o. comunque, a carattere popolare; egli è in contrasto con se stesso. Anche il Popolo d'Italia il 18 gennaio, cioè nei giorni stessi in cui usciva la Rassegna Storica (a m* pervenuta il 20 del mese) scriveva queste parole, che mi piace riportare non soltanto per la legittima soddisfazione di vedere nel modo più. autorevole sostenuta la proposta, alla quale io aderisco con piena convinzione, ma anche perchè il Popolo d'Italia la esprime e la sviluppa con ben maggior efficacia di quanto non abbia saputo fare io con le modeste mie parole: Anche qui sorge la disonesta speculazione. Infatti, sulle larghe, spumose e ribollenti scie lasciate dietro dalle pubblicazioni cinematografiche, ecco che si notano i pesci voraci delle pub- blicazioni d'occasione per lo sfruttamento dell'opinione pubblica agitata e commossa.
e II più delle volte queste pubblicazioni sono gravi offese e tradimenti oltre che alla storia, al buon senso. Sotto speciosi pretesti, che si riducono a mera speculazione, a si intessono romanzarci, all'ingrosso, ad un tanto alla linea, che sono cose veramente indecorose e vergognose.
Pessime letture, esse guastano cuori e intelligenze. Restano moralmente al di sotto dei volgari cartelloni da baracconi da fiera. Meglio l'ignoranza più completa a questi intrugli, a questi bocconi avvelenati; ed a ragione molti se ne preoccupano.
Su tali speculazioni indegne, già richiamò l'attenzione un articolo di nn noto storiografo sulla Rassegna storica del Risorgimento , comparso nel giugno u. s. Si esprimeva in esso il parere che su certe pubblicazioni popolari (particolarmente su quelle che riguardano i fasti e i personaggi della Patria) fosse doveroso qualche controllo da parte della Società storica del Risorgimento perchè non abbiano spaccio libri e commenti a spettacoli cinematografici, indegni di una Nazione che attraversa nn laborioso e fecondo travaglio di rinnovamento, come l'Italia nostra.
Accanto alla cinematografia, dovrebbe sorgere una sana e divulgatrice lettera- tura popolare d'argomenti storici: educatrice, seria, interessante, e che sempre avesse in sé la drammaticità necessaria per largamente interessare, senza venir meno alla a probità critica che attinge alle testimonianze e alle fonti.
E ciò per il pubblico, per gli scrittori, per il cinematografo; ma più di tutto per quel rispetto e quella riverenza che richiedono i grandi morti della Storia .
Che il pericolo delle pubblicazioni in parola sia reale, e grave, e debba perciò essere fronteggiato, risulta anche da queste parole pubblicate il 16 gennaio dal gior­nale cattolico L'Italia : In realtà, anche entro questi limitati confini, si tratta di i a una specie di bonifica intellettuale. Anche recentemente Antonio Monti, nella Ras- gegna storica del Risorgimento , segnalava il danno della profluvie di pubblicazioni d'occasione, abboracciate e volgari, che suole accompagnare e seguire le rappre- senta zioni cinematografiche di carattere storico che oggi si fanno semprepiù frequenti.
Questa concordia di giornali diversi sulla necessità di prevenire pubblicazioni storiche che, sub specie di voler essere popolari, diventano veri e propri portatori di bacilli velenosi, dimostra come l'argomento sia degno di studio.
ANTONIO MONTI
Poiché temiamo che il silenzio della Rassegna possa contribuire a far nascere o
a far continuare, se già esiste, un equivoco, fedeli al nostro costume, che è costume di chia-
f rezza e di franchezza, riteniamo utile di esporre in modo indubbio il nostro pensiero su
una questione che da qualche tempo si è affacciata. Intendiamo riferirci alla proposta
Monti- Vicenzoni per le pubblicazioni popolari riguardanti il Risorgimento.
l'ermini della questione sono precisati dalla nota che precede.
Per la coscienza della estrema difficoltà e della delicatezza del compito che si vorrebbe accollare alla nostra Società, dichiariamo subito che non aspiriamo ad assumere tali unzioni, per le quali altre competenze possono essere chiamate in causa.
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