Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA
anno
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1935
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pagina
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298
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298 Appunti e notizie
papa Cappellari, accennando alla grande Raccolta delle leggi e disposizioni di pubblica amministrazione nello Stato pontifìcio uscita in 23 volumi dal 1831 al 1846, opera nella quale l'autore sente circolare l'alito dello Stato moderno . Al Federici appare opportuno che il monarcato di Gregorio XVI debba essere inquadrato in un ciclo storico e non considerato in funzione di un determinato momento . L'accusa liberale del disinteresse di Gregorio XVI per il suo stato e per il benessere dei popoli gli sembra del tutto ingiustificata.
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UN QUADRO DELL' ADEMOLLO AL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA. Nel suo numero del 1 dicembre 1934-XIII Il Resto del Carlino ha dato notizia dell'acquisto di un quadro di Carlo Ademollo da parte del podestà di Bologna per il locale Museo del Risorgimento. Riproduciamo dal quotidiano bolognese il breve articolo.
E merito singolare del Podestà on. Angelo Manaresi e gli va data sincera lode se, in questi giorni, Bologna non s'è lasciata sfuggire uno dei dipinti più belli e più suggestivi del celebre pittore Carlo Ademollo, che, con la sua passione artistica e patriottica per i fatti ed i fattori del Risorgimento Nazionale, esaltò, col suo affascinante pennello innamorato dell'argomento, anche il martirio di Ugo Bassi.
Nel quadro, il Bassi è rappresentato tra un carabiniere pontificio ed alcuni dragoni austriaci, recatisi, per ordine del generale austriaco in capo Gorzkowski, a perquisirlo, nella carcere di Comacchio, dove, dopo l'arresto, in attesa di inoltro a Bologna, il barnabita garibaldino era stato rinchiuso, insieme al capitano Livraghi.
Il padre Ugo Bassi, come si accorse che volevano perquisirlo, si aperse l'abito talare cosi è ritratto mostrando che nulla di proibito aveva con sé; e poiché un dragone austriaco, voltosi ai carabinieri, gli intimò di frugarlo egualmente, il Bassi protestò di essere sacerdote, e che nessuno poteva toccarlo. Al che il dragone in luogo di risposta, impostò il fucile contro di lui, minacciando di ucciderlo, se più parlava.
La scena è grandiosa. Le figure sono riprodotte con un tale studio dal vero che sembrano viventi e parlanti.
Ugo Bassi, al centro del quadro, coi capelli e la barba alquanto incolti, col volto emaciato, l'occhio stanco ad indicare le conseguenze dei lunghi patimenti della dolorosa ritirata da Roma, è calmo e dignitoso, sereno e forte, quasi noncurante delle cose terrene e come inteso alle sole cose eterne, quasi a testimonianza, e certo ad esempio della suprema tranquillità che possono infondere una vita integerrima e l'amore di patria profondamente sentito come religione e ragione di vita.
Il nostro Museo del Risorgimento con questo nuovo quadro, viene arricchito di uno dei pezzi più importanti e più ambiti. Ci troviamo davanti al martire, idolatrato dai bolognesi, ai quali è sacro il giorno della fucilazione di Ugo Bassi, F8 agosto 1849, come è sacra l'altra data memoranda dell'VIII agosto 1848, che insieme formano e quasi eternano le pagine più gloriose e più commoventi della nostra politica risurrezione.
H popolo bolognese, certamente, affluirà numeroso ad ammirare il nuovo dipinto esposto nella sala del Risorgimento, continuando, così, in certo qual modo, il culto, degli avi e dei padri, che, dopo l'esecuzione compiuta sulla persona di Ugo Bassi, accorrevano in folla a visitarne la fossa, a coprirla di fiori, a rapirne, per ricordo, piccole zolle di terra, ciuffi d'erba, quasi faville e talismani di quel sacro amor di patria, che aveva acceso il cuore di Ugo.
Pure un altro quadro, anche questo dell'Ademollo, rappresentante Ugo Bassi ed il capitano Giovanni Livraghi ammanettati, in mezzo ai loro carnefici, in questi giorni, è venuto ad aggiungersi agli altri dipinti che il Museo possiede. Anche qui, bella e dominante la figura di Ugo Bassi, alta, maestosa, jeratica; mentre al suo fianco,