Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; VENETO ; PADOVA
anno <1935>   pagina <304>
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Libri e periodici
qualche volta, forse, ingiusto, come tutti gli uomini passionali, irruenti, ma sempre coraggioso, ardito, stimolatore dei sonnolenti e degli ignavi.
Tale l'uomo che emerge vivo, ardente, simpatico dalle settanta lettere che Antonio Monti pubblica, con prefazione e con premessa di due capitoli : il primo sul volonta­rismo italiano, che, pur documentato, non mi pare completo. Per il Monti c'è il volon­tarismo napoleonico; il volontarismo del 1821, del 1831, del 1848-49; il volontarismo di Garibaldi; il volontarismo lombardo; il volontarismo che è arrivato sino a noi; ma appena un cenno ci dà del volontarismo che, proprio negli anni 1848-49, esplose come un turbine negli Stati Pontifici. Ricorda lo studio del Cesari, ma eita l'edizione del 1921 e non quella del 1928, che, pure manchevole, è peraltro alquanto arricchita e miglio­rata. Il rilievo, di niun conto, è fatto per amore della terra natia, e nel desiderio che studiosi come il Monti si vogliano ricordare anche degli Stati pontificii, dai quali si espresse un patriottismo meraviglioso, con eroi ed episodi fulgidi, che, inseriti nella trama generale della storia dal nostro Riscatto, fanno figurare assai degnamente il contributo ingente dato da queste popolazioni alla rigenerazione d'Italia. Del resto, tutti sappiamo quanto il Monti sia valoroso nel campo degli studii sul Risorgimento; e però quanta considerazione meriti, anche per il suo esemplare fervore.
Importante il secondo capitolo, in cui 1' a. ci parla della Guerra Santa d'Italia alla luce dell' epistolario pubblicato. Anche Maria Adelaide e il dramma di Carlo Alberto sono lumeggiati con dati nuovi e considerevoli.
Le settanta lettere sono dirette al patriotta piemontese Maurizio Farina, legato da intima amicizia al conte Luigi Torelli, al Farina, che fu della schiera di patriotti strettisi attorno a Carlo Alberto, per incoraggiarlo e sostenerlo nell'opera di indipen­denza e liberazione dell* Italia dallo straniero. Dell'amico che, dopo il 1849, esercitò il mandato parlamentare quale deputato di Valenza, di Cherasco e di Ciriè-Rivarolo, nominato senatore nel 1879, il Torelli, con vivo rimpianto scrisse belle pagine, che non si leggono senza ammirazione.
La contessa Celestina Torelli Rolle, fedele al culto di una grande tradizione fami­gliare, con lodevole divisamento patriottico, ha dato al Monti da pubblicare e da illustrare queste settanta lettere : un vero tesoro di documenti per la storiografia del fortunoso triennio in cui furono scritte, fra l'impeto di tante battaglie sostenute da un patriotta la cui personalità politica e morale già dai documenti del precedente volume, anch'esso, con amorosa cura, pubblicato, da ANTONIO MONTI, Il conte Luigi Torelli (1810-1887), Milano, Istituto Lombardo di scienze e lettere, 1931, pp. 513, L. 30, era apparsa così forte, cosi schiettamente intonata alle caratteristiche dell' italiano nuovo, da indurre Benito Mussolini ad additarlo come esempio, nel memorabile suo discorso dal 18 marzo 1932 davanti al Senato del Regno.
G. MAIOLI
GIOVANNI NATALI, Cronache Bolognesi del Quarantotto. Notizie e Documenti inediti, voi, I, Bologna, Stabilimenti Poligrafici Riuniti. (Estratti dalla Rivista Il Co­mune di Bologna , 1933-XI-XII), in 16, pp. 162,
I. L'Istituzione della Guardia Civica: luglio 1847marco 1848. È la necessaria premessa e la ognora crescente speranza dell'avanzantesi 1848. Delle riforme elargite da Pio IX ai suoi sudditi nel 1847, l'istituzione della Guardia Civica veniva ad appagare un lungo e vivo desiderio, già in parte in Bologna soddisfatto dalla creazione delle Pattuglie cittadine, e in Roma dalla concessione di una Guardia Urbana. Fin da allora, in quei veramente meraviglioso e generale risvegliarsi della coscienza nazionale, si manifestano, in Bologna, due correnti nettamente distinte. Una democratica e popolare, l'altra moderata e conservatrice; ambedue animate da alto e mirabile amor di patria. La corrente popolare è impersonata e capeggiata da uomini di ardente fede e di risoluto proposito, già temprati alcuni alla lotte ed alle battaglie