Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; VENETO ; PADOVA
anno <1935>   pagina <307>
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Libri e periodici 307
Tutta T aristocrazia patriottica degli Stati pontifici, di tutti gli ordini sociali, ingrossata da altri elementi qui affluenti da ogni parte d'Italia, come agitata da un grosso turbine, ci sfila davanti.
TV. 17 secondo Comitato di guerra.
Il conflitto di idee e di principii, che ho sopra notato, ora si fa più vivace; anzi diventa addirittura violento. Non più due correnti si contendono il campo, ma diversi partiti, molti dei cui principali componenti, immobilizzati nell'azione, esasperati dello stare e del non fare, esasperati di non vedere una soluzione, di non trovare uno sbocco, si buttarono a capo fitto nella lotta interna. Da un lato, il conte Livio Zambeccari ed i suoi principali accoliti lavoravano per il trionfo della repubblica, dal momento che il papa aveva disertata la causa nazionale. Il partito moderato-conservatore si scisse. I neri, rimanendo fedeli al papa, disertarono anch'essi la guerra, che avevano già consi­derata rischiosa, e, in cuor loro, deplorata, quando non apertamente ostacolata.
I patriotti, in maggioranza, vagheggiarono il trionfo del Piemonte e l'avvento d'un sognato regno dell'Alta Italia. Già diversi Bolognesi, del ceto più distinto, avevano preferito militare nell'esercito di Carlo Alberto: Marco Minghetti, Luigi Tanari, Enea Bignami... dando evidente dimostrazione di tener in poco conto l'esercito pontificio. H partito albertista si veniva rafforzando di nuove reclute. La gran massa del popolo ridesta, in balia dei capi-popolo, un po' per bisogno, e più perchè solleticata nelle passioni più torbide, ondeggiava, e cominciava a dare segni non dubbi di quel che sarebbe divenuta.
Un'altra frazione della borghesia e della nobiltà, di sicura fede patriottica, mirava a salvar l'ordine, forse accarezzando, in suo pensiero, una nuova imminente autonomia di Bologna?
Anche il secondo Gomitato, in mezzo alle ire ed alle passioni intestine, chiuse i suoi giorni ai primi di agosto, avendo concluso ben poco, e lasciando una situazione più che mai disperata, tanto che 1* abile ed accomodante moderatore e reggitore Cardinal Legato Luigi Amat pensò bene d' andarsene ai Bagni di Lucca a curar la sua salute, lasciando nelle peste l'antico ed onesto vegliardo conte Cesare Bianchetti, che non si diede tregua e non risparmiò sacrifici d'ogni specie pur di salvare la pericolante città: opera nobile e generosa che sarà ricordata sempre a titolo di effettiva gloria, per lui.
Questo secondo capitolo, dei Comitati di guerra, più nutrito e più denso di docu­menti, mi pare più esauriente dell'altro.
La materia, forse, si prestava di più. Importanti, nell'uno e nell'altro capitolo, le lettere del Marni ani all'Amat ed al ProLegato Cesare Bianchetti, le quali vengono ad arricchire il carteggio del Conte della Rovere, datoci, in parte, da Ettore Viterbo, nel quale sono altre lettere dirette all'uno ed all'altro dei nostri personaggi. Accanto ai documenti tratti dall'archivio della Legazione figurano altre importanti carte, tratte dall' archivio del Museo del Risorgimento di Bologna e da altre autorevoli fonti. Noterò ma questo non ha importanza che a p. 103, deve leggersi Rodolfo Audinot e non Raffaele; ed a p. 114, Saracco conte Luigi, e non Sarocco.
Insieme al Bononi, all'Agnelli e ad altri ferraresi, troviamo il Saracco, firmatario di un bel manifesto, La Consulta Temporanea... al Battaglione del Basso Reno. Ferrara, 16 maggio 1848 .
Chiude il volumetto il capitolo:
V. I Polacchi a Bologna, che completa lo studio precedente di FULVIO CAN­TONI, Un centro polonojilo in Bologna nello scorcio del secolo XIX, uscito nella Rivista Il Comune di Bologna , fase. VII, 1929.
La storia dei legionarii Polacchi ha una particolare importanza non solo in sé e per sé, e per tutte le connessioni col nostro movimento di redenzione, nel quale parecchi ufficiali Polacchi copersero alti gradi, diedero belle prove di valore, ebbero notevoli