Rassegna storica del Risorgimento

BASSI UGO ; GAVAZZI ALESSANDRO
anno <1935>   pagina <919>
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Battaglie democratiche e Risorgimento in un carteggio inedito, ecc. 919
HI.
(Londra) 12 giugno (1852)
Caro Signore, voi avete una volta, per la questione della tassa sulla stampa, raccolto una cospicua somma con quote di sei pence. Non potreste fare lo stesso, se la vostra coscienza ne approva il programma, per la Sottoscrizione dello Scellino? Non potreste almeno inserire l'unita dichiarazione, con poche parole di appello sul Reasoner?
Io non ho mai fatto appello al pubblico inglese per aiuti materiali, ma, una volta iniziata l'impresa, non posso nascondervi che metto un grande interesse al suo esito. Le condizioni e le disposizioni del partito attivo dovunque, sono tali da fare prevedere che una suprema lotta avrà luogo tra Forza e Diritto fra non lungo tempo, e ogni aiuto della democrazia militante per quel momento non è da disprezzarsi. Ancora, il motivo morale è pure importante per me. L'impresa è conosciuta in Italia e sarà conosciuta in Ungheria, e sarebbe estremamente importante per me di poter dire ai miei compatrioti che non è stata un fallimento. Dieci o ventimila operai che si levino in Inghilterra a portare la testimonienza della loro simpatia per la nostra causa costituirebbero un fatto vitale, egualmente utile a noi e onorevole a voi. E io penso che la Sott. dello Scellino sia mio dei migliori e più innegabilmente pratici mezzi a questo scopo. Vedete l'assolutismo sostenuto dai prestiti di Rotscmld! È troppo per la democrazia europea opporre una tassa volontaria di uno scellino?
Conosco i pregiudizi che si insinuano nella classe operaia dopo l'attacco dei capi socialisti francesi. È perchè questi pregiudizi sono ima cosa ingiusta e perniciosa che io mi dirigo a voi, come a uno che ha influenza tra gli operai ingannati. Per quanto biasimando ciò che chiamate violenza in qualche mia espressione, avete sen­tito che io potevo aver ragione. Credo di averla. Credo che il tempo sia giunto di insorgere per il grande libero progressivo Pensiero Sociale Europeo, contro le meschine dispotiche individuali stereotipe fantasie e formule francesi. Molti Francesi lo pen­sano, in silenzio. Io ero ardito e noncurante delle conseguenze, ecco tutto. Da allora la mia influenza sugli operai parigini e lo cito come sintomo eccellente è ere-scinta in una misura sorprendente anche per me; vi è una trasformazione in corso in quell'elemento, che con l'andar del tempo si manifesterà. Ciò ha ben poco da fare con l'oggetto della mia lettera, ma io prendo lietamente l'occasione di accennarvi. I vostri operai e alcuni di voi, mi sembrano soggiacere a una strana illusione. Che cosa apprezzate tanto in Louis Blanc, Cabet e altri? Le loro private opinioni o sistemi? No. Il primo deve essere, se letto e capito, insodisfacente per un Inglese più che per qualunque altro uomo. Voi siete, soprattutto, Apostoli della Libertà. H secondo è sconosciuto, oso dire, a quasi tutti coloro che deplorano i miei attacchi. Che leggano, dalla prima all'ultima pagina la Jcarie e mi giudichino. È questo il loro amore per la causa del popolo? e non stiamo noi combattendo per essa da 24 anni, e ora più attivamente di loro? Domandate al nostro comune nemico chi teme di più. È la loro influenza sulla Francia? Non ne hanno alcuna. Sono 200.000, divisi in sei o sette scuole, in una popolazione di 55 milioni. Credete a me, caro Signore, non si fa danno alla causa dicendo al popolo francese di seppellire il loro morto e marciare avanti con noi nel grande cammino dell'umanità. Io non ho mai in vita mia ceduto a un impulso e in questa occasione ho cercato di adempire a un grande dovere.