Rassegna storica del Risorgimento

BUONCRISTIANO VINCENZO ; IANNARELLI GENNARO ; FRANCO ANTONIO ;
anno <1935>   pagina <933>
immagine non disponibile

Caratteristica di rivoluzionari e di reazionari del Risorgimento 933
i .coraggiosi, gli arditi, i temerari. Ma, nel fondo, il cuore di questi uomini batteva all'unisono per il bene, l'unità, l'indipendenza e la grandezza d'Italia. Erano quasi tutti borghesi intellettuali; pochi della nobiltà e del clero; indifferente, spesso anche ostile la massa popo­lare, anche per l'analfabetismo voluto per politica dal Governo borbo­nico nel Napoletano, e da altri Governi in altri Stati esistenti allora in Italia. Se i plebisciti fossero stati l'espressione della volontà popo­lare, purtroppo in alcuni comuni le urne avrebbero dato responso negativo, e nel fatto, qualche urna fu perfino infranta e si ebbero moti reazionari con morti e saccheggi nelle case delle più note famiglie rivolu­zionarie. Il movimento era individuale, o al più per famiglie. Alle volte nella stessa famiglia etano in lotta il padre borbonico col figlio affi­liato alla Giovane Italia , il nipote ateo con lo zio prete, e cameriere di S.S. il Papa. Ma questo ateismo, imperante in molti dei rivolu­zionari, contrastava con un alto e squisito sentimento umanitario di civismo e di amore di Patria, con un'abnegazione della propria vita, e sopratutto dei propri averi, tanto che quasi tutti i rivoluzionari del Risorgimento sono morti poveri; e pochi furono gì' indennizzati, e quasi irrisorie le pensioni.
Questa lettera da Napoli di Vincenzo Buoncristiano al sacerdote don Antonio Maturo Latronico, di Potenza *), ci dà una dimostrazione precisa della caratteristica della società del tempo, amante della vita pacifica, agiata e festaiola, e della caratteristica di alcuni uomini, che attiravano l'attenzione, per pensare ed agire, con presagio triste per il loro avvenire.
Napoli, 11 agosto 1856.
Mio caro Cognato,
Tu aspettavi prima mie lettere ma l'aver dovuto badare a varie cose, e l'essere ora qua or là non mi poteva orizzontare un pochetto e notiziarti dei nipoti pei quali spieghi tutte le tue premure.
Sappi dunque che godono buonissima salute, e spesso spesso ci visitiamo. Raf­faele non pud far il suo esame per mancanza di un certificato, e che gli è stato pro­messo come mi ha fatto credere da un viglietto del Sig. Manfredi. Antonio poi non lo pud per la mancanza della fede di perquisizione come tu sai. La gioventù però sta buttata nel massimo languore ed i mezzi infiniti di distrazione e di svaghi che offre la capitale, può dichiararsi fortunato quel padre che raccoglie frutta mature da quel figlio che sotto un tale cielo vive. Mal si sente per Raffaele che si vorrebbe
*) Si riporta la sola parte che interessa, tralasciando le notizie familiari. La trasformazione della finale dei cognomi da o in i fu frequente dopo il 1860, e così Albino in Albini, Maturo in Maturi ecc.