Rassegna storica del Risorgimento
BUONCRISTIANO VINCENZO ; IANNARELLI GENNARO ; FRANCO ANTONIO ;
anno
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1935
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pagina
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945
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LIBRI E PERIODICI
La jeunesse de Marie-Amelie Teine des Francois d*après son journal publié par S. A. R. la DUCHESSE DE VENDÒME, princesse de Belgique ; Paria, Plon, 1935, in~8, pp. 291, Fr. 13,50.
Maria Amelia di Borbone, figlia di Ferdinando IV e di Maria Carolina (re e regina di Napoli) e sposa di Luigi Filippo d'Orléans, re dei Francesi, ha lasciato ventiquattro volumi manoscritti di un suo Giornale dal 1800 al 1835, alcuni quaderni di Ricordi e molta corrispondenza. Tutta questa miniera di notizie, che farebbe la gioia di uno storico, è conservata negli archivi Nemours-Alencon-Vendòme, nel castello di Tour-ronde e gli studiosi, oltre che di storia francese, di storia del Risorgimento italiano, ne hanno, oggi, un'ampia notizia nell'introduzione che la duchessa di Vendòme premette alla pubblicazione di questo primo volume del Giornale di Maria Amelia, che comprende gli anni 18001814. Non si tratta, però, di un'edizione completa del testo originale La difficulté de cet ouvrage è la duchessa di Vendòme che parla a été d'extrairc de ces écrits variés et nombreux les passages interessante, les citations et descriptions utiles pour suivre la vie de la princesse et connaitre son caractère . Non solo, ma l'autrice di questo volume, aiutata da vari prelati sotto la direzione del canonico Guilbert, ha dovuto tradurre in francese il Giornale redatto in italiano.
Queste due premesse ono necessarie per comprendere le critiche e le riserve, che verrò facendo, sul lavoro; ma voglio subito plaudire, prima di entrare nell'esame analitico del libro, all'iniziativa della nobile dama che ha compreso quanto potesse interessare, al mondo degli studi, la conoscenza di questo Giornale, Non l'ha spaventata né la mole delle carte, ne il grave lavoro al quale volontariamente si sottometteva per pubblicare una fonte che può essere molto utile alla storiografìa moderna. E dico, può essere, perchè se il lavoro verrà ancora condotto con i criteri che hanno guidato l'edizione di questo primo volume, non lo sarà, se pure appagherà quanti della storia amino conoscere l'aneddoto, la descrizione fisica di vari personaggi, di vesti e di balli, belluria dalla quale gli storiografi, e giustamente, rifuggono. E l'illustre autrice non se ne avrà a male se io scopro i difetti di questo primo volume e consiglio i rimedi per l'edizione degli altri che saranno, di certo, più interessanti, perchè ci porteranno nei prodromi e negli sviluppi di quella rivoluzione di luglio sulla quale tanto divergenti sono le opinioni dei moderni storici.
La duchessa di Vendòme dovrebbe, anzi tutto, affidarsi, per la traduzione e la lettura di queste carte, a persona che conosca meglio la nostra lingua e meglio i luoghi ed i personaggi dei quali tratta la regina Maria Amelia; che se io ho compreso che il duca di Ferranova è, in quella vece, il duca di Terranova, così come il duca di Canzanaro altri non è se non il duca di Canzano, e la signora di San Feodora è la duchessa di San Teodoro, se no capito che la località del Garbatello corrisponde al porto militare del Gran atelio, così come Soffri è, invece Sapri; se ho potuto identificare con la moneta detta tari il misterioso bari che offre di elemosina la regina Maria Carolina, questo è avvenuto perchè si trattava di personaggi, di luoghi e di cose a me familiari.
Ma io non sarei al caso di riconoscere gli altri nomi male trascritti, allorché il Giornale tratta di personaggi d'altre parti d'Italia e, peggio, dell'estero! E questo difetto farà sì che invano sarà sfogliato, un giorno, alla ricerca del nome che interessa, quell'indice che non potrà mancare a pubblicazione ultimata.
Ma se questa è una pecca, per così dire, tecnica alla quale si potrà facilmente rimediare con una maggiore attenzione da parte del trascrittore, il volume ne ha un'altra più grave e di metodo, ed io reputo mio dovere segnalarla subito alla duchessa di
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