Rassegna storica del Risorgimento
BUONCRISTIANO VINCENZO ; IANNARELLI GENNARO ; FRANCO ANTONIO ;
anno
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1935
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pagina
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947
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Libri e periodici 947
La rivoluzione del 1831 rappresenta, infatti, uno dei momenti più interessanti del secolo XIX. Popoli nuovi venivano, in quei primi decenni del secolo, a contatto con governi vecchi e il conflitto che ne nasceva non poteva non portare a manifestazioni insurrezionali che, se pure non durature, venivano predisponendo gli animi a più gravi avvenimenti.
Nella rivoluzione del 1831 nell'affrettato costituirsi di governi provvisori e di milizie locali, si vede ancora qua! vincolo potente fosse il municipalismo, ma a poco a poco, in queste esperienze, nell'animo dei patrioti si afferma la necessità di quella Unione senza la quale non si arriverà né alla indipendenza né alla libertà.
Figure che diverranno di primo piano nelle vicende del secolo agiscono in questo periodo: basti per tutte ricordare Terenzio Mamiani. In Ancona si trova quello che forse non si riscontra in altri luoghi e in genere non si riscontra nella prima fase del movimento per il Risorgimento nazionale cioè la larga partecipazione di strati anche inferiori della popolazione, quegli strati sociali che nella difesa di Ancona nel 1849, daranno combattenti magnifici, come sin dal 1820-21 avevano dato cospiratori audaci e coraggiosi.
Completa il pregevole volume un'appendice che riporta, con altri documenti parte del Giornale della mia vita di Terenzio Mamiani e la poesia a La Romagnola arieggiante, nel titolo e nei sentimenti, alla a Carmagnola , e che fu molto diffusa nel periodo rivoluzionario.
L'iniziativa del comitato di Macerata è pienamente riuscita. Un quadro completo, ricostruito, attraverso diligenti ricerche e attento e severo esame di documenti, possiedono oggi gli studiosi di storia del Risorgimento, che potranno ancora una volta apprezzare quanta parte Ancona e le Marche abbiano avuto nelle patrie vicende.
GUIDI PODALIRI
COSTANZO MARALDI, Documenti francesi sulla caduta del Regno meridionale, a cura di A. OMODEO; Napoli, Società Napoletana di Storia Patria, 1935, in-8, pp. 213, L. 20.
Aprendo le pagine del volume, il pensiero ritorna, prima di tutto, al giovane e valente studioso che ha raccolto con tanta fatica e con tanto amore un così ricco materiale documentario, e a cui una vita troppo breve impedì di condurre a termine il lavoro iniziato con intelligente cura e fervido entusiasmo.
Vidi per l'ultima volta Costanzo Maraldi a Roma, in una giornata di giugno del 1932: io ero appena tornato da Parigi ed egli stava per recarvisi ad intraprendere un vasto programma di ricerche. Mi parlò degli studi compiuti e dei nuovi cui intendeva dedicarsi attivamente; era fiducioso e contento, e dalle sue parole traspariva la gioia serena di uno spirito ricco di ferma volontà e di consapevole forza.
I frutti delle indagini condotte negli archivi parigini li trovo ora riuniti in un libro, a cura di Adolfo Omodeo che ha ordinato, con affettuoso impegno, la raccolta premettendovi alcune pagine di viva e commossa presentazione.
I documenti sono ottimi, quasi tutti inediti, e di cospicuo interesse per chi voglia studiare la fine del Regno meridionale inquadrando le vicende napoletane e siciliane nel complesso delle relazioni politiche europee del 1860.
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Le prime lettere pubblicate dal Maraldi, e sono quelle da Torino, del Talleyrand al Thouvenel, del gennaio '60, ci portano già nel vivo della lotta. La Francia spera ancora che la situazione italiana non sia ulteriormente turbata e che il processo unitario possa subire almeno un lungo arresto. Il Cavour in un colloquio col Talleyrand dice qu'ii ne sera rien fait qui sorte du pian general et qui puisse... contrarier...