Rassegna storica del Risorgimento

BUONCRISTIANO VINCENZO ; IANNARELLI GENNARO ; FRANCO ANTONIO ;
anno <1935>   pagina <949>
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Libri e periodici
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que dans le Royaume de Naples, qu' il suffirait d'une étincelle pour qu* une revolu­tion éclatàt (9 marzo 1860).
Il Brenier, fedele interprete delle istruzióni parigine, vorrebbe indurre il re delle due Sicilie ad appoggiarsi interamente alla Francia, seguendone le direttive e i consi­gli politici. Il me semble impossible de laisser le Piémont envabir de san influence la Penisole tonte entière et pratiquer à Naples ce qu* il a fait dans l'Italie centrale. Une entente entre la France et Naples l'ormerait la barrière indiquée (Brenier al Thou­venel, lett. cit.). Ma Francesco II resiste: il suo spirito poco duttile lo sospinge verso criteri difensivi opposti. Il ministro francese prevede che egli finirà per regnare par la crainte, défiaut ses adversaires et Ics décimant par la prison ou par l'exil. Il entrerà d aiUeurs volontiers dans cette voie, car son caractere, plus dévcloppé que son esprit, le porterà plus facilement aux mesures extrèmes qu' aux moyens de concilia tion que satisferaient les populations . (lett. cit.).
Gli avvenimenti precipitano: un dispaccio del 12 maggio annunzia lo sbarco di Marsala. Da questo momento s'intensificano le relazioni tra Napoli e Parigi, ma la marcia vittoriosa di Garibaldi è assai più veloce dei passi diplomatici.
La Francia si trova tra l'incudine e il martello, e il Thouvenel nella lettera confi­denziale al Brenier, del 3 giugno 1860 (che è forse il miglior documento di tutto il volume), pone in evidenza le ragioni dell'imbarazzo politico del Qnai d'Orsay. Non si tratta solo della Sicilia o di Napoli, ma del problema dell'unità d'Italia. Ora si nous n'avons pas à favorir cette idée, avons-nous cependant à la combattxe de front? En quoi ce róle nous conviendrait-il, et si nous le prenions, le róle different ne serait il pas dévolu naturellement à l'Angleterre qui trouverait un point d'appui à Turbi e dans le sentiment populaire? . Una simile politica conclude il Thouvenel ci porte­rebbe a rinnegare quella seguita da Napoleone III nel '59, e quindi a nous dénientir nousmémes .
Drammatica alternativa da cui non poteva non trarre profitto l'azione diploma­tica del Cavour.
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Chiude questo prezioso volume di fonti un gruppo di documenti relativi alla dit­tatura di Garibaldi a Napoli (7 settembre-30 ottobre 1860) che 1' Omodeo riunì per se, ma che ora ha voluto utilmente e nobilmente aggiungere a quelli raccolti dal Maraldi.
CABLO MOBANDI
FRANCESCO COGNASSO, La questione d'Oriente, Voi. I. Dalle origini al Congresso di Ber­lino; Torino, ed. L'Erma, 1934-XII, in~8, p. 422, L. 24.
Mancava in Italia sinora una trattazione organica della Questione d'Oriente: per studiarla era necessario ricorrere ai noti manuali del Driault, dell'Ance!, dello Schevill, ecc., o alla vecchia Histoire diplomatique de l'Europe del Debidour o al Manuel de politique étrangère del Bourgeois. È facile intuire quali inconvenienti ne risultassero: queste due ultime opere presentavano il problema senza quella continuità che permette di afferrare bene e di penetrare a fondo l'argomento (ed il difetto era connesso al carattere delle opere stesse, panorami generali in cui la Questione d'Oriente rientrava naturalmente a lato delle altre questioni, senza alcun rilievo particolare); tutte poi prospettavano i problemi da un punto di vista straniero, interessante indubbiamente da conoscersi, ma come integrazione del nostro punto di vista, non come fonte princi­pale, anzi esclusiva.
L'Italia in tali trattazioni o non figurava (come ad es. la partecipazione del Pie-montcalla guerra di Crimea, taciuta dal Driault) o vi figurava di scorcio, come eie* mento del tutto trascurabile: eppure tanto nei secoli della divisione e della soggezione.