Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA
anno <1936>   pagina <10>
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de Vecchi di Val Cismon
dell9 Italia cosi costruita, esso e non le leggi del Regno borbonico delle Due Sicilie, o della Roma papale, o degli altri staterelli onde caca infe­stata la penisola.
Rimane cosi dimostrato ed acquisito alla storia e non più alla poesia od alla filosofia o, peggio, ai vari amori o livori od odii contin­genti, e quindi a qualcosa di fermo e di immanente, che tutti gli apporti alla grande corrente, apporti mirabili e magari coloranti di sé il fiume, sono affluenti di varia portata ma affluenti, e che il corso del fiume è quello che abbiamo detto.
Non vi ha dubbio che lo sforzo vittorioso ha per suo asse uno Stato ed un esercito, alla testa dei quali è un monarca con tutta una solida impalcatura e che intorno a questo asse, a questa impalcatura si sono andate riunendo le membra sparse della penisola. 'Poiché questo è, siamo ben sicuri che questo doveva essere; e che le ipotesi, i dubbi, i se , il filosofarne non è storia ma vaniloquio e perditempo, non sole meridiano ma caligine autunnale decadente ed anticostruttiva. Roba certamente non del nostro durissimo e purissimo tempo rivolu­zionario e creatore, ma di tempi ciarlieri e crepuscolari.
La preparazione morale ? Gli stati d'animo ? Lo spirito pubblico ? Gli uomini ? I Capi ? Tutte cose consistenti e vere; ma a creare il complesso tessuto con tutta questa orditura stanno i fatti, i fatti con­creti, il solo orientamento sicuro allo storico.
Poiché legge fondamentale e creativa della Italia venuta in unità fu lo Statuto, e poiché lo Statuto fu dato dalla Dinastia ai fini unitari e cementatori anche nel tempo insieme alla Bandiera nazionale ed alla prima dichiarazione di guerra all'Austria che apriva una partita, è ben certo che fu lo Stato Piemontese, lo Stato Sardo, lo Stato Sabaudo, il nucleo centrale, il fondamento della grande costruzione. La ricerca di altre cause, di altri apporti, sia pure determinanti di qualche cosa che resterà, fornisce elementi concorrenti, non mai la visione chiara e sintetica del grande corso formativo dell'unità e quindi del grande corso dell'ultimo periodo della nostra storia, forse il più intricato al nostro sguardo anche perché più vicino e meno visibile in proiezione.
Tratte dai fatti queste più che logiche conseguenze, evidenti come i fatti stessi, nasce immediata una seconda domanda.
Come quando e perchè lo Stato Sardo, lo Stato Sabaudo acquistò la possibilità di sopravvento sopra tutti gli Stati italiani, di amalgama fra l'uno e l'altro, aftinché da una gente divisa potesse risorgere un popolo, una nazione ? Sotto due aspetti deve essere esaminata questa possibilità, sotto l'aspetto interno italiano in rapporto con gli Stati e le popolazioni diverse da quelle sabaude da un lato, e dall'altro sotto