Rassegna storica del Risorgimento
MINGHETTI MARCO
anno
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1936
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pagina
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35
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1 FONTI E DOCUMENTI I H
MARCO MINGHETTI IN ALCUNE SUE LETTERE H
Le nove lettere di Marco Minghetti, che si pubblicano, otto dirette all'amico e coetaneo marchese Luigi Tanari, una ad Augusto Aglebert, aggiungono nuove notizie intorno alla giovinezza dello statista bolognese, completando, in parte, quelle che si leggono nei Miei Ricordi e nel primo volume dell'Epistolario tra Marco Minglietti e Giuseppe Pasolini, curato dal conte Guido Pasolini.
La prima lettera è del 1836: Minghetti non ha ancora diciotto anni e già si nota in lui ardore per gli studii e quella maturità e compostezza che, fin d'allora, adornarono, il suo spirito.
Quattro lettere, poi, sono dell'anno 1845: tre, da Parigi al marchese L. Tanari, a Bologna; una allo stesso, a Roma. Le missive da Parigi hanno speciale interesse, perchè documentano la formazione culturale e morale del Minghetti. Il quale, nei suoi Ricordi, ha diffusamente narrato il suo viaggio, il suo soggiorno, le sue occupazioni a Parigi, dell'armo 1845. Ma è noto che i Ricordi furono scritti dal Minghetti in età abbastanza avanzata; e, pertanto, le notizie contenute nelle lettere hanno il vantaggio di ripeterci le impressioni fresche, dirette e direi quasi vergini, come furono accolte dall'animo del nostro. La vita, la condotta, gli studii, le esperienze e le conoscenze del Minghetti, durante i cinque mesi di soggiorno a Parigi, nel 1845, sono, su per gin, quelli dei giovani delle migliori e più distinte famiglie borghesi. Famiglie borghesi postrivoluzione francese, senza pregiudizi, legami, barriere o ritegni di qualsiasi specie.
Famiglie borghesi nuove, quali, allora, dovevano essere poche in Italia, pochissime negli Stati Pontificii, dove si riscontravano, nel periodo che si con* sidera, due estremi: i rivoluzionari alla Orsini, o, comunque mazziniani, ed i legittimisti, con molti, se non tutti, i vieti pregiudizi di casta, di religione, d'interessi, d'intrighi d'ogni sorta.
H Minghetti, con la guida [della madre vedova, intelligente, senza molta cultura, ma di idee larghe e aperte, e patriotta a tutta prova, cresce e si forma in aura propizia e sana, atta a sviluppare in lui tutte le libertà, nei modi più pacifici ed ordinali. L'amicizia e la consuetudine, nella famiglia, di diversi insegnanti dello Studio Bolognese, sono anch'esse occasione, per far sviluppare nel giovane la sete del sapere e il desiderio di apprendere quanto è possibile, dalla grande varietà delle lettere e delle scienze, allo stato in cui, allora, si trovavano. La famiglia, l'inclinazione del giovane, l'ambiente, un certo modo di vedere e di sentire, consono all'animo del Minghetti, che allora era come diffuso